La coppia artistica e nella vita Cacciola-Tilotta si è rimessa finalmente in carreggiata nel 2018 ridando slancio agli Uzeda ed anche ai Bellini. Con il gruppo ‘madre’ hanno fatto una bella tournée per festeggiare i 30 anni di carriera, ma hanno anche registrato con Steve Albini il prossimo album, con i Bellini hanno pubblicato il quarto disco a nove anni da “The precious prize of gravity”. Coadiuvati dai due americani Matthew Taylor al basso e da Alexis Flesing (Girls Against Boys) alla batteria, al posto di Damon Che (Don Caballero), e registrati sempre da Albini; i due siciliani propongono un suono guidandoci in territori consolidati del noise-math rock. Tra momenti vorticosi e vibranti (“Greek fire”, “Promises”), rallentamenti e partenze veloci (“Two ears one mouth”) e altri post-hc e sincopati (“Plumer’s foxtrot”) il quartetto si esprime in modo particolarmente intrigante, grazie all’ambivalenza determinata dalle sonorità vorticose e dal canto della Cacciola riflessivo e ammaliante (“Clementine peels”). C’è spazio anche per il post rock nei momenti riflessivi de “Il Maestro/If I could say”. Per gli appassionati del genere un lavoro molto prezioso.
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autore: Vittorio Lannutti