Dopo il trionfale tour estivo che ha celebrato l’anniversario del loro disco storico intitolato Hai Paura del Buio? davanti a grandi folle, questo tour teatrale invernale rappresentava un’incognita, per il sospetto che un teatro con posti a sedere non fosse il luogo ideale per un concerto degli Afterhours, per l’annuncio di una scaletta che prevedeva, ad intervallare il repertorio della band milanese, cover e letture assortite, e per l’eventualità che accorresse principalmente un pubblico diverso, meno appassionato, ma disponibile a sostenere il biglietto un po’ più costoso.
Questa seconda data all’Auditorium Conciliazione di Roma è stata invece un successo: la sala enorme gremita in ogni ordine di posto, la buona empatia tra il gruppo e gli spettatori assecondata da Manuel Agnelli che apre il concerto passeggiando tra il pubblico recitando ‘Io So chi Sono‘ annullando subito la distanza, il senso chiaro di questa proposta teatrale, che è molto politico e si può sintetizzare in una riflessione ed un invito a riappropriarsi della propria vita, del significato profondo di essere una comunità, del potere di agire con gli altri ed infine del ribellarsi, del vincere l’apatia, come sintetizza benissimo la lettura che Agnelli fa dopo due canzoni di ‘Gli Indifferenti’ di Antonio Gramsci, di un’attualità impressionante, che diffonde un fremito di disagio ed orgoglio nella coscienza di tutti noi inchiodati per un attimo alle nostre responsabilità: http://www.partigiano.net/gt/gramsci_indifferenti.asp .
La formazione che si presenta sul palco è composta da Manuel Agnelli (voce, chitarra, tastiera), Xabier Iriondo (chitarra), Roberto Dell’Era (basso), Rodrigo D’Erasmo (violino), con Fabio Rondanini (batteria, Calibro 35) e Stefano Pilia (chitarra, Massimo Volume) che in Autunno hanno sostituito Giorgio Prette e Giorgio Ciccarelli.
Prevalenza in scaletta dei brani dell’ultimo, complesso disco intitolato Padania (2012) – ci sono ‘Metamorfosi‘, ‘Costrure per Distruggere‘, ‘Terra di Nessuno‘, ‘Padania‘, ‘Spreca una Vita‘, ‘Iceberg‘ ed ‘Io So chi Sono‘ – luci sobrie ed eleganti sul palco con prevalenza di blu e viola, proiezione di filmati creati per l’occasione sullo sfondo del palco, ritornelli cui il pubblico partecipa in coro soprattutto nei pezzi storici, musicisti abbastanza rispettosi dei confini delle proprie postazioni come s’addice sul palco del teatro ma pose ed espressività rock prima di tutto per gli incontenibili Dellera ed Iriondo; momento clou quando iniziano i bis, ed il gruppo scende tra le poltroncine del pubblico per eseguire in acustico, senza microfoni ed amplificazione, una ‘Non è per Sempre‘ cui tutti i presenti partecipano in coro.
Spettacolo lungo, un po’ oltre le due ore con circa 30 brani, momenti di solo strumentale per i musicisti, e letture che alternano cupe ed apocalittiche visioni metropolitane – accompagnate da sonorizzazioni elettroniche – da Petrolio di Pasolini a The Lovesong of J.A. Prufrock di Eliot passando per Howl di Ginsberg, ed inviti a combattere l’apparente destino nefasto nella lettura di Pessoa. Tra le cover spiccano una sorprendente ‘Place to Be‘ di Nick Drake eseguita da Manuel Agnelli con l’acustica, molto intensa e personale, ed una ‘Lilac Wine’ di James Shelton al pianoforte http://youtu.be/xhJ4YSlrjfY – resa famosa da Nina Simone e da Jeff Buckley – elegantemente soul.
Tra i classici della band invece stasera ci sono ‘Baby Fiducia‘ e ‘Bianca‘ che stemperano strategicamente la tensione, poi ‘Ballata per la mia Piccola Iena‘, ‘Varanasi Baby‘, una riuscitissima ‘Riprendere Berlino‘, mentre ‘Ossigeno‘ ed ‘Inside Marylin‘ ci catapulntano nel repertorio di inizio anni 90, ed anche ‘Quello che Non c’È’ ed ‘Oceano di Gomma‘.
Manuel Agnelli lascia intendere una sincera contentezza per l’accoglienza positiva del pubblico e per la riuscita dello spettacolo, che non dava evidentemente per scontata.
Ancora una volta dunque possiamo constatare che il senso degli Afterhours oggi, nel 2015, sta nella loro vitalità, nel lanciare sempre sfide nuove a sé stessi ed al pubblico, e nel mantenere intatta una tensione, in musica, dal forte valore artistico e sociale, quest’ultima cosa con linguaggi però sempre moderni. Il tour teatrale Io So chi Sono proseguirà fino all’inizio di Marzo.
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autore: Fausto Turi