“Lightbulbs”, l’ultimo lavoro di Fujiya & Miyagi, è annunciato da più parti come il loro primo vero e proprio LP d’esordio. Ma i ragazzi – che tra l’altro non sono proprio dei giovincelli – portano avanti questo progetto da un bel po’. Il precedente “Transparent Things” raccoglieva una serie di singoli già pubblicati in precedenza, ma già nel 2002, il frontman del gruppo David Best – che abbiamo il piacere d’intervistare – e Steve Lewis (l’anima elettronica della band) avevano pubblicato l’album “Electro Karaoke in the Negative Style”, primissimo tassello della carriera di una band che col suo mix di electro-funk e reminiscenze kraut rock ha conquistato migliaia di fan in tutto il mondo…
“Lightbulbs” è considerato il vostro primo, effettivo LP, ma non è proprio così… E anche se fosse, sicuramente non potete essere considerati come una band “esordiente”. Come pensi si sia evoluto il vostro suono in questi primi anni di storia di Fujiya & Miyagi?
In verità io vedo “Lightbulbs” come il nostro terzo disco. Abbiamo sempre considerato “Transparent Things” come un album, nonostante sia stato etichettato come una ‘semplice’ raccolta di singoli, ed “Electro Karaoke”, sebbene sia stato interamente scritto e registrato solo da me e Steve (Lewis, ndi), era anch’esso un vero e proprio album. La differenza sostanziale, in termini di sound, è tra quel primo lavoro e i due seguenti. Nel frattempo, infatti, abbiamo iniziato a suonare dal vivo, e questo c’ha aiutato a diventare un gruppo a tutti gli effetti e non più un semplice progetto ‘da studio’.
I tuoi testi parlano spesso di oggetti, di cose “comuni” con cui abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni. Cos’hanno di così speciale gli oggetti che ci circondano?
Credo che gli oggetti di cui ci circondiamo e l’ambiente in cui decidiamo di vivere condizionano pesantemente il modo in cui viviamo. Credo ci sia sempre qualcosa di interessante nelle cose che diamo per scontate. E in ogni caso i testi delle nostre canzoni, trattando questi argomenti, si differenziamento nettamente dalla maggior parte delle altre canzoni in circolazione!
I video che avete prodotto, e le proiezioni che usate durante i live mostrano una sorta di predilizione per un certo modo di intendere il minimalismo, con un uso molto interessante del concetto di “loop”, che è qualcosa che ritroviamo anche nella vostra musica, o mi sbaglio?
Sicuramente c’è un’estetica “condivisa” tra la musica e l’aspetto visuale. Dal punto di vista musicale, dovremo provare ad essere più ambiziosi, sul nostro prossimo disco. Credo, in ogni caso, che potremmo portare il minimalismo delle nostre canzoni ad un livello estremo, senza far scomparire le canzoni stesse…
Il vostro sound mescola suoni elettronici contemporanei con chiare influenze del passato (i Neu! sono una delle band citate più spesso quando si tratta di paragonarvi ad altri): vorrei sapere qual è il vostro background musicale e se anche voi credete ci siano delle così evidenti tracce di kraut rock nella vostra musica…
Quando ero più giovane ero più interessato a “guitar-bands” come i Pixies e i Dinosaur Jr, ma allo stesso tempo mi piaceva molto anche Prince. Qualche anno dopo m’infatuai dei Can, e questo m’ha spinto a scoprire arte band tedesche attive negli stessi anni. Questa scoperta è coincisa con l’ascolto del lavoro di Aphex Twin e di altra musica elettronica. Da quel momento, inoltre, ho ascoltato anche musica soul e Serge Gainsbourg.
Spero che il nostro prossimo disco riesca ad evidenziare le varie diverse influenze della band, allontanandoci dagli ovvi accostamenti, come quello ai Neu!
Ci sono remix in circolazione, o remix in lavorazione di qualche traccia di “Lightbulbs”?
Zoon Von Snook ha appena remixato “Dishwasher” e credo che gli School Of Seven Bells remixeranno un altro brano.
Una domanda stupida: credi ci sia ancora qualcuno in giro che crede siate una band giapponese? C’è un motivo particolare dietro la scelta di questo nome, per la band?
Sono sicuro ci sia ancora qualcuno che ci crede una band giapponese, perché mi ritrovo spesso a spiegare come abbiamo scelto il nostro nome. In ogni caso non c’è nessuna ragione dietro la scelta di questo nome…e in verità spesso vorrei avessimo scelto un altro nome!