Ritrovarsi davanti un moniker femminile solista significa, 4 su 5, accingersi all’ascolto dei canonici 10-12 episodi in cui una “nuova” vena folk prende forma ed espressione. Simili premesse sembrano dover essere confermate anche da Liz Janes, che con “Poison & Snakes” bissa le sue tracce nel catalogo della Asthmatic Kitty (e in nessun altro, per inciso).
Desta pertanto piacere riscontrare come invece Liz si inserisca nella parte minoritaria di tale campione, benchè non in totale antitesi con quella maggioritaria. Ed è anche un quadro abbastanza rappresentativo della scena “non-loud” di San Diego, se è vero che all’album in questione contribuisce gente come Tom Zinser (batterista nei Pinback), Jason Crane (tromba nei Rocket From The Crypt) e l’ormai immancabile Pall Jenkins (Black Heart Procession, sentito anche in “Cathedral” dei concittadini Castanets, altra bella raltà dell’etichetta del Wyoming), foss’anche solo per piegare una sega e cantar di backing vocals – per tacer di Rafter Roberts alla produzione.
Ne risulta un disco piacevole, in quanto eterogeneo nelle sue fattezze. Ma organico, e coerente specchio di un’ispirazione multiforme, e apprezzabile. L’iniziale ‘Wonderkiller’ avanza sorniona come fosse scritta a quattro mani cone Howe Gelb, ma è già la successiva ‘Streetlight’ a chiarire che per il punk-rock c’è il giusto spazio – e bastano due-accordi-due. Così come ampio spazio Liz concede alla propria voce, limpida e – quando occorre – potente. Ci eravamo deliziati non molto tempo fa con Mara Carlyle, e ora ci ritroviamo di nuovo nel bel mezzo di coordinate da torch-song, con i gorgheggi della title-track, la moviola di ‘Ocean’, la serenata di ‘Vine’, la lullaby di ‘Baby Song’. Più blues, e con un minor carico di leziosità che, ad essere onesti, non dispiace.
Potremmo già concludere decretando per il talento della Janes un punteggio vicino al massimo, ma ci perderemmo l’indolentissimo folk-dixie di ‘Sets to Cleaning’, la folk-ballad in odor di K records di ‘Deep Sea Diver’, il lento crepuscolo della lunga ed “aptly-titled” ‘Desert’, ‘Go Between’ con le sue incursioni nell’estetica di una Lisa Germano. Un dolcissimo antipasto per l’incombente inverno. Altro che ‘Poison’!
Autore: Bob Villani