Era inevitabile che ad un certo punto la canzone pop italiana dovesse confrontarsi col moderno sentire delle nuove tendenze elettroniche. In “Haiku”, primo disco dei pisani DRM, le due dimensioni si ritrovano a dialogare per la prima volta a distanza tanto ravvicinata: le melodie sussurrate dalla voce androgina di Federico Madeddu s’impastano con i rarefatti paesaggi sonori creati da Marzio Aricò e con groove incalzanti (come in “Ci siamo così ignorati”) che rievocano assidue frequentazioni di dancefloor di qualità.
E ancora: è davvero interessante osservare gli intrecci tra la chitarra dilatata (Alessio Ghionzoli) e i microsuoni di “Ricentro”, o tra i delicati arpeggi e i glitch nella bella “Amante Blu” (dove troviamo come ospiti i Retina.it). E’ in “Generazione chimica”, però, che a mio avviso le tre componenti del suono DRM (la voce, la chitarra, l’elettronica) trovano il loro equilibrio perfetto (anche qui ospiti prestigiosi: i To Rococo Rot).
Se in futuro i DRM riusciranno a scrollarsi di dosso certe ombre dei Subsonica, potranno imporsi a pieno titolo come la più interessante novità nel panorama pop nazionale. Nel frattempo applaudiamo ad un esordio coraggioso e importante.
Autore: Daniele Lama