Chris Hooson è il prolifico titolare del marchio Dakota Suite. Non è un campione di ottimismo, i suoi album sono molto intimi e introversi, a conferma, è infatti sufficiente richiamare i titoli dei suoi ultimi lavori “Waiting For The Dawn To Crawl Through And Take Away Your Life” oppure “The End of Trying” ai quali si aggiunge “The Heart of Empty”.
Non è che stiamo trattando un inguaribile nostalgico, piuttosto di un riflessivo compositore che sfrutta la sua arte per fare analisi di profondi stati d’animo e Hooson arriva al cuore del vuoto attraverso un articolato non-jazz d’ambiente fatto di un piano zampillante e batterie “spazzolate” che accarezzano gli arpeggi di chitarra inclusi in un percorso compositivo piuttosto uniforme che portano l’ascoltatore a discendere profondi e foschi abissi sonori.
Il mood di “Heart of Empty” è pertanto intuibile: se da una parte l’album è mesto e, in alcuni punti, alquanto meditativo o crepuscolare, dall’altra la morbidezza di alcune sonorità riversa la distensione proprio di chi pare vedere all’orizzonte la fine di un periodo tormentato.
Le composizioni presenti sono ben quattordici ma in rari casi si superano i quattro minuti e mezzo, una misura piuttosto breve per brani che con il pop hanno poco a che vedere, indice di una ricchezza espressiva che trova soddisfazioni in un minimalismo legato sostanzialmente più al “sound” stesso, tale da esaltare le eccellenti e naturali abilità di Hooson.
her inexhaustible heart by dakotasuite
Autore: Luigi Ferrara