La band di Norman Blake (voce, chitarra), Raymond McGinley (voce, chitarra), Gerard Love (voce, basso), Francis MacDonald (batteria), che negli anni ’90 fece tanto bene parlare di sé al punto da essere considerata una delle band preferite di Kurt Cobain, torna dopo ben sei anni con il decimo album Here, per etichetta PeMa. Registrato insieme a quello che ormai è l’uomo dei suoni della band, ovvero David Henderson, insieme al batterista in pianta stabile Francis Macdonald e al tastierista Dave McGowan in tre differenti momenti (inizialmente a Vega nella Provenza rurale, poi presso la casa di Raymond a Glasgow per poi terminare il missaggio negli studi Clouds Hill situati nella zona industriale di Amburgo), Here potrebbe, ironicamente, anche chiamarsi Still Here, perché ha tutta la sensazione di essere un album di resilienza, quasi di sopravvivenza a se stessi.
Purtroppo, in questo disco, non si sente nulla della band che a suo tempo cavalcava il pop folk alternativo, e addirittura fu additata fra i precursori del grunge. Le atmosfere delle canzoni sono sin troppo tranquille e romantiche, come significativamente mostra il primo singolo, I’m in Love, ma anche Thin Air, Hold On, o l’accenno soul di The First Sight.
Dodici canzoni che si susseguono senza troppa distinzione le une dalle altre, con gli unici momenti interessanti paradossalmente dettati dalle tracce più lente, come I Have Nothing More to Say o Steady State, dove si percepisce vitalità e genialità che negli altri pezzi mancano del tutto, affogati in una salsa romantico-dolciastra nella quale i Teenage cercano di raccontare, a loro modo, che le uniche cose che veramente contano sono vita e amore, o magari amicizia come in With You.
La band di Glasgow, insomma, ha decisamente perso la sua vena creativa, ma anche di più, ha perso la sua personale strada di ricerca musicale: alcuni pezzi sembrano da boyband, se non fosse che sono accompagnati dalla classica strumentazione rock di chitarra basso e batteria, e l’effetto è quasi imbarazzante.
Dato che i concerti a Londra e Glasgow sono già sold out, dobbiamo supporre che il loro successo si fondi sulla gloria degli anni che furono. Peccato.
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autore: Francesco Postiglione