Dopo i due demo “BetA” e “Escape”, i Bios esordiscono con un progetto autoprodotto: “Looking Up to the Sky”, un mini album di 8 tracce.
Solitamente una copertina fatta bene, curata nei minimi particolare, è sinonimo quanto meno di buone intenzioni, soprattutto quando si parla di dischi autoprodotti.
E Francesco Negri, Giordano Bruni, Stefano Parma e Trincio, di volontà ne dimostrano di avere veramente tanta, e considerato il fatto che hanno un’età compresa tra i 24 e i 26 anni, hanno capito che bisogna fare le cose per bene.
“Looking Up to the Sky” è un album che immediatamente definisce sonorità indie-rock magari non eccellenti, ma molto ben costruite. I suoni di ogni singolo strumento sono definiti, netti. Buone intenzioni anche nell’usare tastiere e synth,.
Sono convinto del fatto che un album di canzoni, oltre a dover essere ben impostato tecnicamente, debba regalare all’ascoltatore qualcosa di nuovo, di bello, che emozioni e che si faccia fischiettare mentre sei per strada. In “Looking Up to the Sky” questo non c’è. È un album che osa poco, considerando il potenziale tecnico e la competenza musicale dei componenti. Sono cose già sentite, giri di chitarra e soluzioni ritmiche ahimè troppo comuni. Si vede proprio come in quest’album manchi di personalità e grinta, che invece vengono fuori veramente molto bene negli ultimi 2 minuti di “Every Day” dove un gran giro di chitarra e una ottima voce che non ha nulla da invidiare ai migliori songwriter, ci offre un bel momento di ottimo indie rock, con la speranza che la band di Lecco possa migliorare e volgere lo sguardo a sonorità nuove, magari ampliando un po’ i proprio ascolti.
Autore: Ciro Calcagno