In media ogni due/tre anni è buona norma secondo Paul Weller pubblicare un disco nuovo. Negli scorsi giorni è toccato ad On Sunset riempire la casella del 15° album in proprio dell’artista inglese.
Da consolidata prassi, il songwriter britannico tende ad alternare lavori più sperimentali ad altri in cui riemerge prepotentemente il suo sempiterno amore nei confronti del soul-rock anni 60′ rivisto in chiave moderna, che gli ha fatto attribuire il datato nomignolo di The Modfather.
Grosso modo è quest’ultimo il campo d’azione scelto dal nostro in vista dell’ennesima fatica in studio sulla lunga distanza.
In generale trattasi di una manciata di canzoni rilassate e dagli arrangiamenti corposi, piene di orchestrazioni, fiati e spruzzatine di elettronica che rendono giustizia alla pregevole voce roca di Weller.
Dall’iniziale caleidoscopio sonoro di Mirrorball, passando per il blue-eyed soul di Baptiste (che ospita alle tastiere Mick Talbot, suo ex sodale negliStyle Council) e Old Father Tyme sino all’elettro-acustica ballata Village, la prima parte della scaletta appare ben congeniata.
Nella sezione centrale emerge uno dei momenti più felici dell’intero lotto, ovvero la lunga e pressappoco jazzata More che si avvale degli interventi dell’abile chitarrista Josh McClorey e della meritevole vocalist Julie Gros (Le Superhomard).
I toni rimangono placidi e sognanti pure sulla traccia posteriore, quella On Sunset, adottata significativamente quale title-track.
Sembra quasi di ascoltare i Kinks, invece, su Equanimity, brano simil marcetta folk, contenente un bel solo di violino.
Lambisce arrangiamenti analoghi la seguente Walkin’ mentre si cambia decisamente registro quando arriva il tempo di Earth Beat, canzone dai ritmi ugualmente posati ma dalle sonorità perlopiù sintetiche.
Come spesso accade sugli album di Weller la chiusura della scaletta viene affidata ad una ballad, nello specifico intitolata Rockets, che si pregia di una azzeccata sezione d’archi e da molti considerata un sentito omaggio a David Bowie.
Allorquando ci si imbatte in un songwriter così creativamente longevo alla stregua del buon Paul sarebbe facile intravedere segnali di stanca. Il nostro, però, anche in epoche recenti è stato capace di rimettersi in gioco del tutto.
Magari non è il caso di On Sunset, disco pop-rock e solare, ottimamente prodotto dal nostro in compagnia del fido Jan Stan Kybert (Oasis, Miles Kane, Massive Attack), che ci mostra il lato più bendisposto di Weller.
In contesti del genere l’importante è che le melodie poggino su solide basi e qui, oltre la forma, abbonda una discreta dose di sostanza…
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autore: LucaMauro Assante