Ci si prende troppo sul serio, a volte. In ambiti tendenzialmente snob come quello dell’indie-rock, poi, il prendersi troppo sul serio è la regola. Ecco perché, in controtendenza rispetto a questa fastidiosa attitudine, la Suiteside ha deciso di pubblicare una compilation così particolare. Molto più che una semplice raccolta di canzoni, “Playing the indie game” è un vero e proprio esperimento “ludico”: ai musicisti coinvolti è stato chiesto di inserire nei loro brani – tutti composti per l’occasione – elementi “infantili” o comunque legati al mondo del gioco.
Messi da parte virtuosismi e seriosità, quindi, spuntano fuori strumenti giocattolo recuperati in soffitta, o chiesti in prestito a cuginetti, nipoti, o ai figli dei vicini. Tastierine, carillon, piccoli glockenspiel, shaker etc. s’inseriscono alla perfezione tra le note dei musicisti che sono “stati al gioco”. “The little girl who waves at trains” di Brave Captain, in apertura, sprizza spensieratezza e ingenuità puerile, perfettamente in sintonia con lo spirito della compilation. Sulla stessa lunghezza d’onda è il pezzo-bonsai dei John.Wayne.Shot.Me (“A song about fishing”), la filastrocca con tanto di kazoo degli olandesi Blimey! (“Sexy”), e lo spassoso brano di King Of Woolworths, che s’ispira ad un gioco poco noto da queste parti, in cui i partecipanti fingono di essere dei gatti (“lazy cats”, “jumpin’ cats”…) fino a quando una voce non urla “dog!”.
A quel punto tutti i bimbi-gatti devono fermarsi esattamente nella posizione in cui si trovavano, fin quando la voce “esterna” non dice: “dog’s gone!”. Nel pezzo è campionata la voce (presa da un vecchio vinile) che annuncia l’arrivo (e la dipartita) del cane. Questo significa che potrete anche giocarci, al “Dog cat game”, mentre ascoltate il pezzo! Altre band (Wilfried*, Anorak, Morose) non rinuncerebbero alla loro vena malinconica per niente al mondo, ed infatti – così come nella splendida “Shadows and counterparts” di Mantler – l’universo infantile, negli episodi che portano la loro firma, è più che alto rammentato con un velo di nostalgia, o semplicemente evocato da un approccio alla musica che predilige la semplicità e la spontaneità.
Come se non bastasse, aprendo il booklet del cd troverete una divertente versione “indie” del gioco dell’oca, con caselle del tipo: “Questo tuo nuovo pezzo suona un po’ troppo commerciale: stai fermo un turno e pensaci su” (!). Adesso sta a voi: o recuperate un paio di dadi o riesumate la tastierina bontempi dalla soffitta e vi mettete a suonare…
Autore: Daniele Lama