Liz Martin e Luca Thomas d’Agiout sono napoletani, ma anche se veraci nella loro musica non c’è niente di partenopeo, di mediterraneo. Liz e Luca hanno formato i Fiberglass un duo electro-pop con radici ben piantate negli eighties, e per questo motivo ci sono piaciuti moltissimo. Una sorta di revival di fine anni ottanta e anni novanta, un periodo musicale fertile che prima o poi dovrà essere rivalutato. Ci pensano i Fiberglass che con il debut-album dal titolo Hush inanellano una serie di power-hits che non hanno nulla da invidiare a ben più illustri artisti d’oltremanica. Li abbiamo incontrati e cercato di approfondire.
Siete due artisti che provenite da percorsi musicali piuttosto diversi. Come e quando è cominciato veramente il progetto “Fiberglass”?
Liz: Un amico comune ci ha messo in contatto nel 2012, facendo ascoltare a Luca alcune mie registrazioni. A lui sono piaciute e mi ha chiesto di cantare un brano, inserito poi nel disco (Pairs). Diversi mesi dopo ci siamo rincontrati e abbiamo composto un buon numero di canzoni. Ne abbiamo scelti nove che sono diventati Hush.
Il disco ha un sound che è lontano anni luce dalle influenze musicali del vostro territorio (musica mediterranea, underground, ecc.) e anche dell’intera Italia. Da dove viene fuori lo stile così “internazionale” della vostra musica?
Luca: Sicuramente dalla musica che amiamo e con cui siamo cresciuti, dal wave pop degli anni 80 all’alt rock 90s/2000s. Non è stata una scelta meditata ma è quello che esprimiamo naturalmente.
Uno dei punti di forza del disco sono gli arrangiamenti: sempre puliti, eleganti, raffinati, mai invadenti, nessun eccesso di virtuosismo. Luca, ti sei ispirato alla lezione di qualcuno in particolare? Come sei arrivato a concepirli nel modo in cui suonano nel disco?
Luca: Ho sempre amato gli arrangiamenti dei grandi dischi pop degli anni 90, una mescolanza di chitarre, drum machines e sintetizzatori. Troppe le influenze, dovendo citare giusto un paio di nomi indicherei Roland Orzabal e Depeche Mode dagli eighties, oppure il gran bel lavoro di Glen Ballard nei primi dischi di Alanis negli anni novanta. Ma di produzioni che trovo ispiranti ne ho ascoltate centinaia nel corso degli ultimi anni.
Un altro aspetto caratteristico del disco sono le sfumature di diversi sotto-generi: c’è eco di blues, di elettro-pop, di anni ’80: volevate sperimentare tanti diversi territori o l’ensemble è venuto fuori in maniera spontanea, passo dopo passo?
Liz: E’ venuto fuori in maniera del tutto spontanea. Ci siamo chiesti in più occasioni se non fosse un errore lasciare campo libero all’ispirazione rendendo il disco forse un po’ troppo eterogeneo, ma alla fine ha prevalso la scelta di non imporci limitazioni.
Pairs è secondo noi la canzone non solo più bella del disco, ma tra le più belle prodotte in Italia negli ultimi anni. Come nasce e si sviluppa un suono così magico?
Luca: Grazie! Non esiste una formula, ogni canzone nasce in maniera estemporanea. L’importante è comporre, registrare e arrangiare il pezzo in un arco ristrettissimo di tempo, per non perdere il feeling con il quale è nato. In verità credo che la voce di Liz abbia creato un’alchimia perfetta con le sonorità del brano.
Avete composto e suonato live con Tricky. Ci sono altri progetti in programma con artisti esteri? Con chi altro vi piacerebbe fare qualcosa insieme?
Liz: Il discorso collaborazione ci interessa molto, è un processo stimolante ed imprevedibile. Ci sono tanti artisti con cui ci piacerebbe collaborare, soprattutto stranieri, ma attualmente siamo solo concentrati sui nostri brani.
Siete con Hush al primo disco. Fiberglass è solo un progetto, un percorso di evoluzione nel vostro personale cammino musicale o siete intenzionati a proseguire la carriera come duo?
Liz: Fiberglass non nasce come band classica, il disco stesso lo racconta. E’ l’incontro di due espressioni artistiche diverse, la mia e quella di Luca, che hanno vita propria al di fuori del progetto. Nessuno dei due ha mai abbandonato il proprio percorso di crescita indipendente. Ascoltiamo, suoniamo, facciamo esperienze e poi ci rivediamo in studio. E’ anche un ottimo metodo per non restare fossilizzati su un solo sound.
Domanda inevitabile alla fine: cosa avete in cantiere per i prossimi mesi? Tour, Live, altre produzioni, o riposo?
Luca: Noi siamo principalmente una band da studio, per ora facciamo pochi live ma scriviamo pezzi quasi quotidianamente. Adesso c’è Hush, c’è il nuovo video di Baby’s got interamente girato con la collaborazione degli utenti di Fiverr.com e c’è ancora tanta promozione da fare per questo primo lavoro!
autore: Francesco Postiglione