Figli di una Torino sempre all’avanguardia per quel che riguarda buona musica e sperimentazione, tornano, dopo diverse vicissitudini, a calcare la scene musicali italiane i Dottor Livingstone. Dopo un primo album “Al centro del mondo”, nel quale erano stati incantati dal trip hop, e un secondo abortito per problemi con l’etichetta (la Cgd, per la precisione), che, stando alla versione del gruppo, non considerava l’album abbastanza mainstream, eccoli passare alla “iPresume” e sfornare il secondo (terzo?) album, “L’Assenza”. Forti precedentemente di collaborazioni come quella di Madaski e di momenti di massima visibilità come Sanremo ’99, nonché di brani inclusi in svariate compilation, questa volta si affidano alle mani esperte di Carlo U. Rossi e partono all’attacco col singolo “Sulla mia pelle” cercando di riprendere il cammino da dove l’avevano lasciato, ovvero riprendere le redini di un successo che sembrava a portata di mano. Dopo cinque anni dall’album non andato a buon fine (“Tredinotte”), e la separazione da Alberto Basso e Corrado Crossa, i Dottor Livingstone (Anna Basso, voce; Fabrizio Cit Chiapello, chitarre e programmazione; Andrea Bove, tastiere e programmazione) abbandonano, anche se non totalmente, il timbro trip hop e si rifugiano in ambienti più elettro pop, sebbene la cartella stampa tenda a sottolineare che “non è rock, non è pop, non è electro, non è ska né dub (…)”, e allora là dove non si trovano punti d’incontro sulle categorizzazioni, li si trovano sull’assenza, punto focale delle liriche del gruppo torinese. L’assenza dell’amore, di un figlio, di una stabilità, inediti al quale si somma la cover di “Le ragazze di Osaka” di Finardi. In bocca al lupo.
Autore: Francesco Raiola