Sono le 22,00 e fuori dal Viper fa un freddo esagerato; aprono finalmente le porte d’ingresso ma nel locale ancora semi-deserto la temperatura tarda un po’ a scaldarsi… se non altro il dj-resident getta negli amplificatori assaggi di buona musica – anche i nuovi remix di “Dividing opinions” dei Giardini di Mirò – e così l’attesa del concerto non è poi così faticosa come temevo dopo una lunga giornata di lavoro…
Saranno circa le 23 e partono i Denise, band salernitana sospesa tra electro-pop alla Múm ed uggie 4AD. Il gruppo, capitanato dalla vocalist Denise appunto, svolge diligente il proprio compitino, ma già dopo tre pezzi si affacciano i primi preoccupanti sbadigli anche perché gli strumentisti non sembrano dei campioni; preferibili in ogni caso i pezzi più elettrici rispetto a quelli più sussurrati.
Ma tant’è, il pubblico (adesso numeroso) non è certo qui per i Denise: calcano il palco i berlinesi To Rococo Rot ed il groove sprigionato dal trio ci impiega pochissimi secondi per entrare in circolo…! L’aspetto scenografico dell’esibizione consiste esclusivamente nelle dinamiche d’interazione tra i vari elementi – Stefan Schneider diviso tra laptop e basso, Robert Lippok agli electronic sounds, suo fratello Ronald eccellente dietro la batteria – e il mood estremamente rilassato dei tre accresce la componente “umana” del suono facendola entrare in perfetta sintonia con le orecchie della platea. E quindi applausi e ancora applausi per un set ricchissimo di invenzioni ritmiche, dove è possibile “leggere” progressioni motoristiche alla Neu!, ipnosi percussive alla Can, geometrie techno, sbuffi di jazz anni Settanta, cristalli electro-funk, vortici psichedelici, abstracts beats e molecole di dub giamaicano, tutto filtrato, manipolato, riletto e stravolto dalla sensibilità e dall’esperienza dei To Rococo Rot… Gran bel concerto, persino al di sopra delle mie aspettative!!
Autore: Guido Gambacorta _ foto di Catalina Villa
www.myspace.com/torococorot