Largo all’arte poetica e profonda del vicentino Leonardo Buonaterra, poetica tutta concentrata in queste tre tracce che compongono la vita di Impronte, uno slim Ep che è sufficiente per centrare l’anima non scontata di questo fascio di intimità e sincerità artistica, semplicità e vita che si abbracciano sul filo equilibrista del mondo, il suo mondo agli antipodi del manierismo modaiolo, un diamantino grezzo che luccica in un tempo indefinito, descrittivo, visionario.
Un cantautorato d’altri tempi, scansioni personali, storie che pensano e parole che segnano in una bella prospettiva estetica, un ascolto che respira pulizia e concretezza, senza mai perdersi dietro a soliloqui vani o effettistiche ruffiane, tre tracce quasi “Gaberiane” che – in alternanza – giocano dentro una innegabile suggestione intrigante, divinamente mirabile.
Buonaterra – qui con un pugno di artisti che collaborano al ricamo dell’Ep – da motivi a chiudere gli occhi e lasciarsi rapire da queste tre esalazioni di bellezza, melodie, amori, timbri, occhi come finestre e cuori come pompe essenziali che si completano a vicenda, e poi l’immaginazione a vivere e vedere oltre Gioco d’equilibrio, il guardarsi intorno tra disillusione e rinascita Tra le labbra e la voce o il pop folk che scandisce il pulse di Nuove stagioni, e alla fine ci si ritrova – no si sa come – ma ci si ritrova più ricchi dentro, sono queste tre pillole di “saggezza cantautorale” che hanno fatto effetto, che sono andate in circolo tra anima e cervello.
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autore: Max Sannella