Disco d’esordio vero e proprio, che segue una serie di Ep pubblicati negli ultimi 5 anni da Nasov, nome d’arte dietro cui si cela il napoletano Francesco Bordo, le cui liriche canzoni folk acustiche cantate in lingua inglese si svolgono morbide, evocative e nebbiose, completate dall’apporto di sintetizzatori, chitarre, tastiere, campionamenti o cori eseguiti da vari ospiti in un’ottica di arrangiamento sempre minimale e slow tempo, con suoni sottilmente psichedelici che arricchiscono brani belli e piuttosto semplici nella struttura.
Catch the Biggest Fish è un disco convincente sia per l’intensità dell’emozione che per lo stile equilibrato, che s’inserisce nella musica americana e rispolvera il new folk, che tante cose belle ci ha donato negli anni zero ma da cui in tanti sono ad un certo punto fuggiti via, chissà perché, e contemporaneamente non guarda in modo nostalgico agli anni 70, ma si cala piuttosto nella contemporaneità. Si fa avanti la sensazione, nel procedere dell’ascolto, che Nasov si focalizzi completamente su un certo specifico intimismo, sulla nudità del proprio stile, ma la coerenza dei brani, i temi della quotidianità e la snellezza del disco potrebbero rendere Catch the Biggest Fish un piccolo oggetto di culto new folk.
autore: Fausto Turi