Il giovane trio post punk napoletano formato da Alessio, Federico e Domenico, al secondo disco dopo l’esordio del 2011 intitolato Di Primavera in Primavera – ascoltalo qui: http://lamoeluimignora.bandcamp.com/album/di-primavera-in-primavera – presenta ora 10 nuovi brani aggressivi, nervosi e asciutti nella forma, riconducibili ad un’acida estetica neo punk metropolitana dall’ascolto non facile perché caratterizzata da strappi, provocazioni, spaesamento, volgarità e rabbia con un effetto sistematicamente disturbante e provocatorio che mette l’ascoltatore spalle al muro difronte alle piccole e grandi meschinità del suo quotidiano.
Dunque, malgrado gli Amo precisino nelle note di Niente (è un Bel Pensiero da Mettere tra le Gambe alle Ragazze) che la sua gestazione sia stata lunga e tormentata, da esso tuttavia emerge una forte istintività, oltre che scorrettezza, frutto entrambe di una pianificata esigenza di essere diretti e sgradevoli, di mettere su disco sé stessi ed il proprio punto di vista senza praticamente un benchè minimo lavoro di arrangiamento o di meditazione che potessero più o meno volontariamente mistificarne il senso originario, e tuttavia dobbiamo dire che in questo modo i 23 minuti del disco soffrono di debolezze macroscopiche sia in fase di scrittura che di forma.
Dal primo punto di vista, in tutti i brani emerge lo scollamento tra musiche e traiettorie vocali, mentre dal secondo punto di vista l’esperienza d’ascolto si rivela sistematicamente disturbante, irritante se non intollerabile, tanto per cominciare per lo stile vocale provocatorio e molto grezzo di Alessio Forgione (chitarra, voce); ancora: il lavoro al sintetizzatore di Domenico Garofalo è un accompagnamento molto molto ordinario, tranne magari in ‘La Macchina da Guerra‘, scheggia di 1’28” ben riuscita, vero manifesto estetico de L’Amo, mentre più omogenea pare l’interazione tra la chitarra di Alessio e la batteria di Federico Crimaco; precisate queste cose per tenere alla larga dal disco chi nella musica cerca l’esperienza dello spirito o il ritmo facile, è tuttavia sbagliato o comunque limitativo perdere di vista quanto accennato più su riguardo al disco, cioè il suo intento complessivo di opera provocatoria e politicamente scorretta, che usi il sesso, la volgarità e la dissonanza come medium per richiamarci alla realtà, che non potrà magari essere ridotta soltanto all’ossessione di chiavare di questo giovane trio napoletano, ma non è neanche l’equivoco televisivo generalista che spesso viviamo, o la colpevolizzazione del piacere ed in generale del materiale.
Senza l’intelligenza a tutti i costi de I Cani, senza surfare sulle mode come Lo Stato Sociale, ma con cuore e istinto L’Amo dà il meglio di sé quando si volge verso l’hardcore, come nel dittico centrale ‘Nessun Rimorso, solo Rimpianti/Stupida‘, grezze ed efficaci, mentre qua e là – ad esempio in ‘Marinai‘ – facciamo accostamenti con la sbracata estetica indie e straight tipo Husker Dü.
Incredibile: dopo una settimana di ascolti ci si ritrova a metabolizzare la massa grezza dei brani, che quasi diventano tormentoni…
www.facebook.com/pages/LAmo/183077558377527
autore: Fausto Turi