Darsi all’ippica sarebbe troppo glamour, meglio concentrarsi su qualche animale poco considerato. Se poi si ha un passato nell’universo indie-rock, la scelta appare quasi d’obbligo.
Ecco quello che devono aver pensato Gary Lightbody (Snow Patrol) e Peter Buck (R.E.M.), le principali menti dietro al progetto del “pony stanco”. Una nuova avventura musicale che certo non insegue voli pindarici, quanto un sincero amore verso morbide sonorità folk-rock.
Essendo spossato, il nostro quadrupede non corre veloce ma preferisce addentrarsi placidamente verso territori che guardano agli States più meditativi/meditabondi (vi dice niente l’accoppiata Smog/Palace?).
Magari facendo, saltuariamente, un salto nelle radici musicali a stelle e strisce, in odor di alt-country. Un viaggio “musicale” che sin dall’inizio fissa delle precise mete da raggiungere.
Meglio ancora se in folta compagnia, si direbbe, dato che la lista di ospiti è davvero considerevole (Richard Colburn dei Belle & Sebastian, Tom Smith degli Editors, gli She & Him, solo per citare alcuni nomi).
Al netto delle lodevoli intenzioni e delle collaborazioni più o meno illustri, manca però quel “quid” che faccia fare a “The Place We Ran From”, l’auspicato salto di qualità. Dato che pare sia già previsto un secondo disco dei Tired Pony, magari sarà quella l’occasione per capire, definitivamente, il giusto valore di una simile combriccola.
Autore: LucaMauro Assante