Torna il clan di musicisti di Nashville, Tennessee, capitanato da Kurt Wagner, alla guida come sempre di una formazione “aperta” attorno a circa 8 componenti base: e dunque in studio s’alternano un gran numero di strumentisti, per dare il proprio contributo a questo lavoro. Tornano con un album atteso, perché i Lambchop, diciamolo subito, coi loro dischi stanno dando regolarmente le direttive a buona parte della musica country folk americana moderna, dal loro esordio nel 1994, con ormai 13 album, 1 live, 1 dvd e 5 Ep alle spalle.
E questa release del 2008, indipendente, che esce in Europa su City Slang e distribuzione Self, si muove sul solco del precedente apprezzato ‘Damaged’ del 2006, e dunque ecco 50’30” di elegantissima folk music mid-tempo, tenera ed un po’ malinconica, con arrangiamenti da manuale malgrado di un gruppo alternative stiamo parlando: arrangiamenti sobri, a carattere orchestrale ma leggero, non pomposo, e con il ricorso ad un gran numero di strumenti, dal momento che il collettivo s’avvale, come dicevamo, di tante braccia e teste; dunque, davanti alla sezione ritmica, ci sono chitarre acustiche amplificate in abbondanza, pianoforte, e qua e là strumenti a fiato, slide elettriche e violino, e c’è spazio anche per qualche zampata più movimentata, come ‘National Talk Like A Pirate Day’, probabile secondo singolo, dopo ‘Slipped Dissolved and Loosed’ già in circolo radiofonico, o anche ‘Sharing A Gibson with Martin Luther King’: canzoni che spezzano un po’ il ritmo compassato generale. La coda conclusiva della traccia 9, intitolata ‘Popeye’, rivela anche un probabile ricorso all’elettronica. Imperturbabili, i Lambchop, come gli europei Sigur Ros, cui li accomuniamo non certo per il genere musicale, quanto piuttosto per l’essere entrambi un po’ fuori dal Mondo, dal tempo, dal mercato discografico e dalle classifiche, disinteressati allo sfiancante e sterile dibattito tra indipendente e mainstream, tra moderno e classico. Almeno apparentemente, il gruppo – dal look orgogliosamente campagnolo, che nelle foto promozionali spesso si fa immortalare tra le pannocchie di mais, in abiti da lavoro, e che dedica quest’album ad uno Stato rurale come l’Ohio – procede per la sua strada di seria rivisitazione della musica popolare americana, in cui c’è spazio anche per soul e post rock, che verosimilmente non attira chi ama il folk ruspante e ringhioso, però che bella che è una canzone tenera quale ‘Of Raymond’ per citarne una, con tanto di batteria spazzolata ed armonici acustici a profusione.
OH (Ohio) uscirà sia come CD singolo, con 11 tracce, sia nel doppio CD digipack, con qualche versione alternativa delle canzoni.
Questa la tracklist del disco:
1. Ohio
2. Slipped Dissolved and Loosed
3. I’m Thinking of a Number
4. National Talk Like a Pirate Day
5. A Hold of You
6. Sharing A Gibson With Martin Luther King
7. Of Raymond
8. Please Rise
9. Popeye
10. Close Up And Personal
11. I Believe In You
Autore: Fausto Turi
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