Non molto a fuoco, questo primo vero disco (dopo tre demo autoprodotti) della ska band bresciana di sette elementi innamorata dello swing, che canta in italiano ed inglese ed è in giro già da 6 anni.
Certamente efficaci le canzoni più danzerecce (‘Fate’s Ballad’, ‘Coffee Cup’, ‘Hell’s Kitchen’), ma poi giungono momenti di buio incomprensibile (specialmente nelle tracce cantate in italiano, che strana cosa…) e due cover piuttosto inconsistenti nella versione ska (‘New York New York’ di Sinatra ed il prevedibile strumentale ‘Per Elisa’ di Beethoven).
I testi di Marco Rossi (il batterista del gruppo) sorprendono per i risvolti misantropici (leggete un po’, ad esempio, i testi di ‘Favola’, Christmas Time’, ‘Notte’) così originali per un genere solare come lo ska, ed infatti l’effetto di contrasto con i ritmi sostenuti dei fiati è palese; ma ti lascia col fiato sospeso sino al liberatorio finale anche il testo sexy, diciamo così: orale… di ‘Hell’s Kitchen’, se è per questo.
Immancabile poi la sarcastica invettiva contro Bush (la quarta canzone del disco è dedicata alla “sua” devastante guerra in Iraq, che in un modo o nell’altro ci coinvolge tutti), e poco altro da dire.
Sono severo con i gruppi ska, lo so, ma credo sia necessario dare qualche sana spallata ogni tanto ad una scena italiana assopitasi da tempo su uno standard ormai logoro.
Autore: Fausto Turi