Ha una vena espressiva irrefrenabile il cantautore della Virginia caratterizzato da una fortissima esigenza di mettere a nudo sé stesso. Provato dall’ennesimo fallimento matrimoniale, il settimo, e ancor peggio dall’autismo del figlio, Earle, come quando era un vero fuorilegge, trova nella musica la migliore terapia per sfogarsi e per gestire le proprie frustrazioni. Con un titolo così poi ci propone un disco da saggio, dall’alto dei suoi sessantadue anni e di un’esperienza dietro le sbarre vissuta oltre vent’anni fa a causa dell’uso di stupefacenti.
La cifra stilistica è la solita godibilissima formula di un country, miscelato al blues e al rock, sentire per credere la tirata “Fixin ‘ to die” o la ballata bluesata “Goodbye Michelangelo”. In questo disco, oltre ai fedelissimi Dukes, Earle si è fatto affiancare dalla nuova promessa del country Miranda Lambert, vedi la sincopata e in velocità “Sister’s coming home/Down at the corner beer joint” e la ballad “This i show it ends” e dalla leggenda vivente Willie Nelson, con cui condivide la title-track.
È come se in questo disco, cui è allegato il dvd del making of, volesse mettere insieme le radici e le ali di quel genere che lui per primo ha contaminato con tematiche politiche di sinistra.
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autore: Vittorio Lannutti