Direttamente dalle Blue Mountains australiane arriva un quartetto promettente per il rock internazionale. Armati di melodie accattivanti e iperballabili, caduti a fagiolo in un’estate che si preannuncia bollente, i Cloud Control giungono nel Bel Paese con alle spalle la fiducia dell’Inghilterra e l’Australian Music Prize vinto a casa propria. I Foo Fighters li hanno voluti con loro in tour, a Milano invece apriranno i concerti dei canadesi Arcade Fire (ieri sera e oggi). Insomma, il curriculum – benché alle pagine iniziali – profuma di garanzia.
“Bliss Release” è il primo lavoro in studio del gruppo capitanato da Alister Wright. Un disco che non ha tardato a lasciar paragonare le sonorità della band al fenomeno Fleet Foxes, azzardando un parallelismo troppo veloce per essere credibile.
In realtà quello dei Cloud Control è un pop ben noto in casa indie, senza eccessive dosi di eccentricità, ma che ben amalgama richiami folk alle chitarre elettriche; la psichedelica alla melodia. L’iniziale “Medidation Song # 2” rende bene l’idea di base: giocare con la voce, amalgamarla agli strumenti e suggerire un’atmosfera nuova. Dunque c’è del nuovo? Non proprio.
Quel che è certo è che “Bliss Release” brilla di luce propria nel firmamento indie, più trafficato della tangenziale all’ora di punta. Ad illuminarlo dieci tracce godibili e senza la pretesa del capolavoro. Gli ingredienti sono i soliti: non prendersi troppo sul serio, un giro di chitarre giusto, testi non eccessivamente banali. E la differenza è fatta. In fondo i dischi d’estate servono a divertirsi, no?
Autore: Micaela De Bernardo