Prendete l’indie new wave stile Interpol o The National, quello più struggente e romantico, e mixatelo con le melodie ariose e poppeggianti di certi gruppi mai dimenticati targati anni ’80 come Prefab Sprout, New Order o Wet Wet Wet e avrete un’idea degli Antlers, e del loro secondo lavoro Burst Apart uscito dopo l’acclamatissimo Hospice del 2009, sempre per Transgressive Records
Il vocalist e guitarist Peter Silberman, il batterista Michael Lerner e il tastierista Darby Cicci formano un compattissimo ed affiatato trio che dai sobborghi di Brooklyn è giunto fino ad autoprodursi questo disco, la cui ricchezza sonora stupisce tanto più si consideri la scelta di non aumentare la formazione base qui presente al livello minimo possibile.
Se il marchio tipico del precedente Hospice era quello della canzone ballata, piuttosto triste, con tematiche profonde ispirate a grossi temi come la vita e la morte, e il dolore, il tratto caratteristico di quasi tutte le dieci tracce di questo nuovo intenso album è invece il tentativo di pervenire a una canzone “sensuale” e contemporaneamente malinconica ed evocativa, senza rinunciare al sound della ballata ma rendendolo più arioso, a tratti solare, più cristallino e limpido.
“C’è un intero spettro di emozioni da esplorare e penso che questo è ciò che abbiamo tentato di fare in questo nuovo disco”, afferma Silberman in confronto col lavoro precedente. “Penso, in qualche strano modo, che sia un tentativo di comprendere la felicità, ed è anche un disco sul cambiamento, sul crescere”.
Canzoni come la suadente I Don’t Want Love o la languida Rolled Together cercano appunto con la loro melodia di sviluppare questo spettro di emozioni, mai gridate ma sempre sussurrate quasi con pudore. Linee di chitarra deduttive e ritmi soffusi fanno da guida anche per French Exit, mentre Parenthesis è costruita su una tensione dub, sottolineata dal falsetto di Silberman, e invece Every Night My Teeth Are Falling Out rivela una gioiosa sensibilità pop. Conclude l’album un crescendo musicale con Putting The Dog To Sleep, dopo la ipnotizzante Corsicana.
Sentimenti ed emozioni dunque, ma soprattutto sfumature e languidità vocali e di chitarra, che quasi tornano all’indimenticato Robert Palmer e a certo glam rock degli anni ’80, ma non quello esibizionista, quanto quello piuttosto tutto costruito sugli arrangiamenti musicali.
The Antlers – ‘I Don’t Want Love’ from Bowlegs on Vimeo.
The Antlers & Neon Indian – “Rolled Together” from Adam Hall on Vimeo.
Autore: Francesco Postiglione