Siamo lontani da “Wakin on a Pretty Daze”, sebbene non manchino spunti interessanti in “(watch my moves)”, lavoro discografico datato 2022 per Kurt Vile e pubblicato dalla Verve.
L’ex War On Drugs fa frutto dell’esperienza maturata e suona gradevoli acquerelli folk-pop che trovano ora giusto equilibrio in brani quali “Flying (Like a Fast Traine)”, “Jesus on a Wire”, “Mount Airy Hill (Way Gone)”, “Cool Water” … ora sghemba narrazione, come nell’interessante brano d’apertura “Going a Plane Today”, sebbene rivelatosi poi decisamente fuori contesto nella valutazione complessiva del disco al termine del suo ascolto.
Ciò che limita però “(watch my moves)” è il tentativo, forzato e non riuscito, di travalicare i confini di genere con intrusioni sonore non sempre pertinenti, che vanificano un lavoro che nel complesso poteva mostrarsi come intimo e godibile prosieguo dell’omaggio al country di Nashville (di John Prine) e al rock-folk statunitense dell’EP “Speed, Sound, Lonely KV” del 2020 (Matador); ne sono emblema i sette minuti di “Like Exploding Stones“, brano che si sarebbe potuto candidare a punto di forza, se dei discutibili tappeti sonori non ne avessero messo a nudo evitabili debolezze e storture, e ancora “Palace Of Okv In Reverse”, “Fo Sho” (con il suo “ultroneo” sintetizzatore) o “Stuffed Leopard”, bella e descrittiva prima che la sua coda non facesse tornare su fastidiosi rigurgiti di synth.
Se poi con la strumentale “Kurt Runner” ci si pongono non poche domande su quali distopiche e indigeste visioni Vile abbia potuto avere, l’altro brano strumentale “(shiny things)” resta interrogativo totalmente inevaso.
In sostanza, l’ora e più di “(watch my moves)”, se oculatamente ridotta al classico minutaggio da LP, avrebbe arricchito, senza obiezioni, la carriera e la discografia di Vile.
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autore: Marco Sica