“Le sinfonie di Beethoven sono state suonate milioni di volte e non sarò certo io a farlo meglio di tutti”, più o meno con queste parole la diciottenne Joan Wasser decise di abbandonare il mondo della musica classica per lanciarsi con il suo violino nella scena punk di Boston. Collaborò con The Dambuilders, Those Bastard Souls, i Black Beetle, nati sulle ceneri del gruppo di Jeff Buckley (con cui era legata al momento della sua scomparsa) e i più conosciuti Antony and the Johnsons, fino a pubblicare il suo primo disco solista, Real Life (2005). Dopo, arrivarono altri quattro dischi originali, due di cover, uno insieme a Benjamin Lazar Davis (multistrumentista dalle mille collaborazioni, ricordiamo tra gli altri, gli ultimi Okkervil River) e una antologia, Joanthology (2019), in cui apparivano 12 pezzi live at the BBC.
Questo suo primo album dal vivo ufficiale è un live a metà visto che è stato registrato in presa diretta, in uno studio alla fine del tour di Damned Devotion (2018), senza quindi l’energia del pubblico a rendere uniche le interpretazioni di tutte le sue canzoni (manca solo “I Don’t Mind”), più una ristretta selezione di alcuni classici dal passato, “Eternal Flame”, “The Magic”, ovviamente, ma anche la cover “Kiss” di Prince dall’ultimo Covers Two (2020). La pandemia l’ha resa iperattiva sembrerebbe, Joan nell’ultimo anno ha partecipato alla canzone “Simplicity” dell’ultimo dei Gorillaz, Song Machine, Season One: Strange Timez (2020), e scritto un intero nuovo album che uscirà per la fine del 2021.
Un passo indietro: dicembre 2006, una delle sue prime volte a Roma in una sala dell’Auditorium Parco della Musica, le siede vuote erano molte più di quelle piene ed il disco era Real Life, suonato in trio per intero. Stizzita, dopo i primi pezzi chiese se fossimo vivi, nessuno aveva mosso un dito da quando era apparsa sul palco, lo scarno pubblico, rapito dall’esecuzione, come spesso succede in ambienti raccolti durante un concerto jazz, ritornò allora dal viaggio in cui era stato spedito, mostrando gratitudine e concludendo in piedi tra applausi vari. In altre occasioni, sopra i macro palchi da festival non è stato uguale, le canzoni di Joan non raggiungono i massimi comunicativi cantandole in centomila in uno stadio, si perdono le sfumature, l’intesa in cui combaciano i suoni, i ritmi, le parole, per dare forma ad un songwriting complicatamente personale.
In questo live succede che mancano le immagini a completare le attente esecuzioni dei 17 pezzi e la musica, privata del suo pubblico, non vibra abbastanza per sopperire a questa assenza. Un live a metà, un’altra volta, a meno che non gli dedichiate un ascolto professionale con un paio di buone cuffie a sottolinearne ogni sfaccettatura ma meglio sarebbe partecipare, appena sarà possibile, ad uno dei suoi concerti in giro per il mondo.
Dal suo Bandcamp e pagina web si possono acquistare le edizioni limitate in doppio vinilo giallo o blu con streaming infinito e download in alta qualità oltre al cd o solo la versione digitale.
https://www.facebook.com/joanaspolicewoman
http://joanaspolicewoman.com/
https://joanaspolicewoman.bandcamp.com/album/joan-as-police-woman-live
autore: Lorenzo Donvito
Guarda e ascolta i brani “Damned Devotion”, “Kiss” (Prince cover live) e “Eternal Flame” (Official Video).