In quest’anno bisestile, la primavera incomincia prima del 20 Marzo, con questo “Jim” nuova fatica del geniale Jamie Lidell. Le giornate di fine Marzo vengono squarciate dal sole che emanano le tracce di questo disco. Un album dall’umore chiaro, puro e radioso fatto di cori gospel e sonorità “funkeggianti” (Another Day/Wait for Me), ritmi incalzanti e rhodes dal sapore retrò/seventies, di cui diverrà impossibile fare a meno (Out of my System); momenti di pacata cordialità, con cui la languida e duttile voce di Jamie esprime quelle che sono le sue volontà (All I Wanna Do/Green Light).
Spensieratezza, calma e buone vibrazioni, espresse in poco più di mezz’ora di musica trascinante e lievemente sofisticata, fatta di rimandi al passato, un sound che crea immagini fatte di colori variopinti e pantaloni a zampa (Little Bit of Feel Good), piccoli momenti in cui c’è spazio per la contaminazione sperimentale dell’elettronica (Figured me Out) o per inserti dal gusto rock’n’roll (Hurricane/Were D’You Go) come quello che solo Jerry Lee Lewis sapeva fare, con un’anima nera grande come quella di un Chuck Barry o di un Little Richard. Chiude il disco “Rope of Sand“, ballatona placida, dalla gentilezza infinita.
Il sole di primavera è oggi più caldo ed intenso che mai, e porta sul naso gli occhialoni spessi una barba folta ed il sorriso da schiaffi di Jamie Lidell.
Autore: Oscar Cini