Il nome Tying Tiffany è oramai sinonimo di garanzia e qualità. Sono anni che ci incanta con le sue composizioni musicali, riuscendo di volta in volta a sperimentare sempre, a rinnovarsi e a non essere sempre uguale a se stessa, come solo i grandi artisti sanno fare. Nata a Padova ma bolognese di adozione, Tiffany ha iniziato la sua carriera musicale come bassista, salvo poi optare per la musica elettronica ma è nota anche per essere stata una delle mitiche Suicide Girls italiane, ovvero le modelle alternative celebri per la loro bellezza tutt’altro che convenzionale. “Drop” è il suo quinto disco, che arriva a pochi mesi dall’Ep “One” (di cui include quattro brani), perché una delle peculiarità di Tiffany è il suo essere molto prolifica, non a caso ha all’attivo molte collaborazioni di varia natura, oltre ovviamente ai propri progetti. A metà strada tra elettronica dal sapore anni novanta, post wave un po’ dark e ambient, il filo conduttore di questo album sembra essere l’infelicità che si esplica in un certo grado di solitudine, con una lucida presa di coscienza che lascia intuire che salvare la propria anima dalla caduta (la “drop” del titolo) non è poi così facile. Nella tracklist spiccano i tre pezzi che contengono la parola “One” nel titolo, diversi tra loro ma riconducibili a un certo isolamento di fondo, “One place”, “One second”, “One girl”, “One end”, perché, per dirla alla Orson Welles, “nasciamo soli, viviamo soli, moriamo soli”. Belle anche “Neon paradise” dal ritmo sostenuto e le atmosfere sognanti di “Deep blue river”. Insomma, Tiffany non si smentisce e sforna ancora un disco impeccabile, che non tradisce le aspettative dei fan della prima ora ma è in grado anche di piacere ai neofiti che, soprattutto se appassionati di darkwave, non potranno che adorarla.
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autore: Veronica S. Valli