Il nuovo disco dei redivivi Joan Of Arc è più che mai una faccenda domestica e familiare. Innanzitutto perché tra i musicisti troviamo, oltre a Tim (fondatore, ormai più di dieci anni fa, della band; nonché leader ed autore di tutti i brani) e Mike Kinsella (batterista), un terzo fratello: Nate. E poi perchè il disco è stato quasi interamente registrato nella casa dove i tre fratelli Kinsella sono cresciuti, a Buffalo.
“Eventually, all at once”, diciamolo subito, non è un disco che passerà alla storia del rock.
Pretenzioso (sembra quasi che l’obiettivo non dichiarato sia quello di “rinnovare la canzone folk” mescolandola col post rock e altre forme di sperimentazione sonora), a tratti noioso (e qui la monotona voce di Tim Kinsella è la principale indiziata), è in ogni caso un lavoro capace di sorprendere (o, meglio, farsi apprezzare) con trovate d’alta classe: i suoni liquidi della title track; il folk-rock stralunato di “Miss Cat Piss and Peppermint” (come trovarsi davanti a dei Violent Femmes che si cimentano col post-rock); i suggestivi incontri tra chitarre acustiche, percussioni, drones e voci ossessive di “You can’t charge your mind”; la splendida melodia di “Living out in the sea of umbrellas”, un jazz rock d’alta classe con una coda strumentale interrotta bruscamente; il cantautorato malinconico “Free Will and Testament”; la frenesia chitarristica di “If all these people can understand money”…
In ogni caso credo sia difficile che arrivati alla fine del disco vi venga voglia di ri-premere il tasto play. A meno che davvero non sappiate come trascorrere la vostra giornata…
Autore: Daniele Lama