Quattro pezzi per poco più di mezz’ora di musica, come certi vecchi LP; gente proveniente da differenti esperienze musicali, tra i quali Doug Sharin (Rex, June of 44) e Jeff Parker (Tortoise, Isotope 217) e molti altri per riuscire nel difficile tentativo di creare una musica che avesse il respiro di certe jam session di jazz negli anni ’70 con i musicisti in stato di grazia, quello che di buono si può ancora prendere dai ritmi del trip-hop, e dalla world music meno stereotipata. Facile per niente riuscire in una impresa simile. Fare musica ballabile, ma da ballerini di Momix o Cataclò, conciliare chitarre e flauto, percussioni e programming, dividere il palco con Tortoise, Tricky, L’Altra e Goldie e rimanere coerenti in tutti questi contesti musicali: Daniel Givens c’è riuscito. Io avrei voluto tanto avere questo disco in vinile.
Autore: Massimiliano Zambetta