Se questi quattro ragazzi aversani, provenissero da Oslo invece che dalla terra della buona mozzarella, probabilmente starebbero già tutti parlando di un disco eccezionale, osannandoli come la next big thing. Un disco armonioso e lieve capace di riscaldare gli animi degli spiriti più inquieti.
Drum machine ed avvolgenti giri di chitarra, dolci visioni di lande gelide che affiorano alla mente, la calma che lentamente diviene rumore, ripetitività, il dolce soffrire delle proprie vite, voci provenienti da altri pianeti ripetono parole all’infinito fino a che diviene impossibile dimenticarle. (Other tranx of President).
Arpeggi caldi che creano un substrato morbido dove i suoni di synth minimali si uniscono agli strumenti convenzionali per dare vita ad una progressiva crescita dell’intensità emotiva, un saliscendi di impeto che culmina in un’esplosione strozzata (Iggepra).
Momenti di calma, di stasi, di quiete, voci languidamente trasposte e sax pacati che stringono il cuore in un fazzoletto di sensazioni gentili e ovattate, un viaggio negli attimi felici dell’essere (Kandy, Karoline). Arrivano momenti in cui l’elettronica spadroneggia, le voci divengono chiare e l’ombra dei Radiohead e Lali Puna si fa viva (Distance), altri in cui il carezzevole disordine arriva all’improvviso senza infastidire, con discrezione assoluta (Traffic).
Chiudono questo splendido e delizioso “Business Man Die Getting Bored” (Seahorse recordings) con “Regolo”, un brano capolavoro, con una splendida sezione fiati che li avvicina ai Jaga Jazzist più melliflui.
Questo disco è cibo per l’anima, capace di risvegliare sensazioni ed emozioni da tempo intorpidite, un album che merita ampio riconoscimento; questi ragazzi di Aversa hanno preso una strada larga e soleggiata verso il giusto riconoscimento, a voi portarli a degna destinazione.
Autore: Oscar Cini