E fanno tre: tre dischi uno più bello dell’altro pubblicati nell’arco di pochi mesi e che vedono tutti il produttore e multistrumentista tedesco Burnt Friedman tra i protagonisti. A settembre del 2005 abbiamo applaudito “Spirituals” dei Flanger, là dove Friedman insieme a Uwe “ATOM tm” Schmidt guida un vero e proprio ensemble jazz dalla vena swing; a ottobre è stato il turno di “Snow borne’s sorrow” a firma Nine Horses, progetto di canzoni centrate sulla magnetica voce di David Sylvian e costruite con il sapiente contributo di Steve Jansen e del solito Friedman; e adesso ecco qua il secondo capitolo della collaborazione tra Friedman e l’ex batterista dei Can Jaki Liebezeit (“Secret rhythms” uscì nel 2002), affiancati da Hayden Chisholm al clarinetto, Morten Gronvad al vibrafono, Daniel Schroeter al basso, Joseph Suchy e Tim Motzer alle chitarre.
“Secret rhythms 2” è una raccolta di pezzi strumentali capace di ipnotizzare l’ascoltatore in virtù non della meccanica ripetizione di patterns ritmici, ma tramite continui spostamenti di prospettiva e micro-variazioni interne: così ad esempio in “Niedrige Decken” si procede attraverso ondate successive di sequenze percussive scandite alternativamente dalla chitarra acustica o dal clarinetto ed in “Fearer” la batteria echeggia all’interno di bolle di suono create dal basso con effetti chitarristici e trattamenti elettronici utilizzati per amplificare la matrice dub del pezzo.
Azzeccatissimo anche l’inserimento di “Librarian”, canzone che chiudeva il disco di Nine Horses e che qui, unico brano cantato, sembra acquistare ulteriore profondità: le vibrazioni vocali di David Sylvian vanno ad illuminare tutto il disco valorizzando ulteriormente il contrasto chiaroscurale tra i pieni e i vuoti ritmici.
Autore: Guido Gambacorta