Firmato dalla Sony Picture Animation il film d’animazione dedicato al “teenSpider” Morales è un’opera fuori dal comune, dove il rigore filologico si combina alla capacità di usare forme espressive e tecnologie differenti con sapienza alchemica. L’effetto è fenomenale e il film, che ha appena conquistato il Golden Globe 2019 come miglior film d’animazione, di certo farà parlare di sé anche agli Oscar 2019 di Michela Aprea.
Diretto a sei mani da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman e sceneggiato da Phil Lord e Christopher Miller, «Spider-Man: Un nuovo universo» è il film dell’anno.
Un capolavoro imperdibile, firmato dalla premiata ditta Sony Pictures Animation (Hotel Transilvania1, 2 e 3, Piovono polpette 1 e 2, i Puffi, Boog&Elliot, Emoji- Accendi le emozioni, Peter Rabbit) che sublima le potenzialità della computer grafica per dare vita ad una narrazione avvincente ed esuberante in grado di far convergere in un’esperienza narrativa multisensoriale ad altissimo tasso adrenalinico, iperrealismo, classicismo (con il ricorso all’animazione 2D e ai tanto necessari quanto epifanici pop up), animazione 3D e rimandi continui al mondo dell’underground newyorkese e alla street art, il tutto alimentato da una colonna sonora (a partire dai brani “What’s Up Danger” di Blackway & Black Caviar e “Sunflower” di Post Malone & Swae Lee) aderente che, inesorabilmente, trascina lo spettatore nella vicenda del protagonista: il 13enne afro-ispanico Miles Morales.
In molti si saranno chiesti (o magari si stanno chiedendo) se e quanto fosse necessario un ennesimo film sulle avventure di Spiderman, a Natale e in versione animata pure.
La risposta l’hanno trovata (o per chi non l’ha ancora visto la troverà) in sala e – è certo – più in là nelle prossime nomination per gli Oscar 2019, che vedranno sicuramente il film prodotto da Phil Lord primeggiare nella categoria dedicata all’animazione. Intanto, il “dream team” targato Sony ha appena portato a casa il Golden Globe 2019 per l’animazione strappandolo a concorrenti del calibro di Incredibili 2 (scritto e diretto da Brad Bird), L’isola dei cani (regia di Wes Anderson) e Ralph Spacca Internet (di Rich Moore e Phil Johnston)
Del resto, la Lord-Miller è già una coppia vincente che ha dato vita a successi quali, tra gli altri: «Piovono polpette», «21 Jump Street» e«The LEGO Movie».
Non da meno è il trio dei registi: Rodney Rothman che, tra gli altri, ha firmato «Il grande match» e«22 Jump Street»; Bob Persichetti a cui si deve, tra gli altri, «Il piccolo principe»e«Il gatto con gli stivali»; Peter Ramsey con «Le 5 leggende».
I puristi delle avventure di Peter Parker forse non avranno apprezzato la scelta di dedicare l’ultima opera ispirata a Spidey – pure se avallata dal mai troppo compianto Stan Lee – al teenager di Brooklyn, Miles Morales.
Eppure le vicende del tredicenne, apparse per la prima volta nel 2011 (testi di Brian Michael Bendis e disegni di Sara Pichelli) e ispirate alla figura di Barack Obama, hanno riscosso un tale successo tra il pubblico da rendere non più rinviabile un’operazione simile.
Un riscontro confermato dal box office: il film negli States ha incassato oltre 64 milioni di dollari in due settimane di programmazione ( è proiettato su 3813 schermi) e oltre 16 milioni soltanto nel corso dell’ultimo week end.
Più timida la risposta italiana che ha visto in appena una settimana di programmazione (su circa 400 schermi), un incasso poco al di sotto dei due milioni di euro, di cui un milione durantel’ultimo week end. Poco male, perché quelle cifre sono destinate a salire vertiginosamente e a vedere un pubblico sempre più vasto appassionarsi alle vicende del tredicenne Morales.
Ma chi è il protagonista del nuovo universo targato Sony?
IL PROTAGONISTA Miles Morales (Shameik Moore) è un ragazzino della middle class newyorkese, figlio del melting pot. È, come tanti, un po’ latin, un po’ black, figlio della metropoli e dello urban style, gli piace la street art, fa graffiti e attacca stickers ovunque. Ovviamente parla quella che è nei fatti la lingua più diffusa negli States: lo Spanglish, una fusione perfetta tra inglese e spagnolo, dove l’uno e l’altro confluiscono senza alcuna possibilità di gerarchia tra idioma dominante e dominato.
Miles, però, è dominato da quella fissazione che da New York a Palermo attraversa tutta una categoria di figli della classe media e operaia nel mondo: quella di rispettare i sacrifici dei suoi genitori, gente che sgobba, con lavori mal pagati e poco riconosciuti per garantire ai propri figli l’accesso all’ascensore sociale attraverso l’unica arma che hanno a disposizione: l’istruzione ( e l’impegno di questi nello studio).
Negli States quell’acceso presuppone la possibilità di frequentare un istituto privato e cioè elitario. Significa abbandonare il border, il confine della società, per avvicinarsi al suo centro e poi, chissà, raggiungerne l’apice, volare verso il top. O prendersene gioco tra rapide risalite e ripide planate.
Così, il trio Persichetti – Peter Ramsey – Rodney Rothman mette in scena uno psichedelico tourbillon tra le molteplici versioni del personaggio creato nel 1962 dallo scrittore Stan Lee e dal disegnatore Steve Ditko – da Spider Dark a Peter Porker, passando per Spider-Gwen (Hailee Steinfeld) e Peni Parker -, e i molteplici richiami ai lungometraggi dedicati alla vita dell’Uomo ragno (il riferimento è alla trilogia firmata da Sam Raimi), con rimandi anche ai diversi prodotti – dal gelato alle canzoni di Natale – a lui ispirati.
«Spider-Man: Un nuovo universo» è un compendio dettagliatissimo, un omaggio – solido, materico, di china e tratto – all’opera del grande Lee (scomparso il 12 novembre del 2018) a cui sono dedicati diversi cammei e riferimenti. Ed è qui, nel profondo radicamento alla geniale artigianalità dell’opera fumettistica, in quella sinfonia di precisione, tecnica, concentrazione, che è la capacità di unire la fissità delle immagini al testo dandogli movimento – attraverso una regia dalle potenzialità limitate solo dalla mano – che la Sony Animations Pictures grida il suo manifesto: una “carta” apparentemente suicida, contro sé stessa, contro quell’iperrealismo digitale che sconfinando il mondo dei videogiochi ha contaminato l’animazione, snaturandola. E, però, è proprio la casa madre di console e PSP, culla di realtà virtuali e aumentate a dare vita ad uno dei migliori omaggi all’arte del cartoon.
Certo, senza tradirsi! La major ha lanciato la Spider-Verse Web AR Experience, un’app che consente allo spettatore di vivere le avventure dell’Uomo ragno in realtà aumentata, senza troppo scomodarsi, ma semplicemente servendosi del proprio smartphone o tablet.
Ultime due note:
LA MUSICA La colonna sonora spacca! Il disco pubblicato da Republic Records e Sony Pictures il 14 dicembre 2018 include le due canzoni (What’s Up Danger di Blackway & Black Caviar e Sunflower di Post Malone & Swae Lee) che sono già state rilasciate come singoli digitali, e brani di Jaden Smith, Nicki Minaj e Ansel Aa, Vince Staples, DJ Khalil, Lil Wayne e Ty Dolla $ ign, Aminé.
SEQUEL E SPIN-OFF Già pronti uno spin-off, con protagoniste Spider Woman, Madame Web, Silk – forse complice l’ondata femminista che da #Metoo in poi attraversa il globo – e un sequel, incentrato su Spider-Gwen e Morales.
Insomma: “sequel is in the air” e non solo.