Pasquale Defina è un musicista rock ancora relativamente poco conosciuto, a livello nazionale, eppure le canzoni di Revolwo raccontano di un autore capace, che canta in italiano, costruisce le 11 tracce dell’album sulle chitarre piuttosto robuste, su ritmi rock’n’roll ma suggestivamente trattenuti, strofe spesso cantate su basso e batteria e basta, e ritornelli al contrario deraglianti su chitarre anche in feedback; una scrittura però troppo elementare finisce spesso per rendere il risultato non solo privo di originalità, ma anche qua e là prevedibile e buttato lì (‘Cosa altro Succederà?) .
Evidentemente attratto dal rock umbratile, roccioso, dei Rossofuoco di Giorgio Canali, che tra l’altro è produttore artistico e musicista ospite del disco, Atleticodefina mi pare decida di sacrificare a questa estetica il senso dell’umorismo che pure avrebbe tra le sue corde – ‘Voglio un Dottore’ – e offre sul piatto un album che devono ascoltare quanti apprezzano la musica di Diaframma, Rossofuoco, Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti e in generale le produzion in stile La Tempesta dischi; ma anche coloro che seguono Vasco Rossi, potranno trovare in Revolwo un prodotto artistico più fresco, meno imbalsamato.
Il disco, registrato presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani, s’avvale della collaborazione non solo di Canali, ma anche di Antonio ‘Cooper’ Cupertino, che dà un contributo prezioso nelle code di alcuni brani, dove si abbandona il rock nazionale e ci si avventura in manipolazioni elettroniche ambient lungo territori traversi, che arricchiscono e forse salvano l’album, donandogli un pizzico di modernità e variazione. Gli altri musicisti coinvolti, oltre Cupertino, sono Andrea Samonà (basso), Daniele Raggi (chitarra), Pasquale Defina (voce, chitarra), Riccardo Marinelli (batteria), Giorgio Canali (e-bow) e Saturnino Celani (chitarra).
‘Voglio un Dottore’ è un brano trattenuto, una sorta di blues moderno sulla condizione del musicista stressato in fuga dalla propria omologazione, e le stesse ritmiche blues mascherate le troviamo in tanti altri brani, come nel micidiale e scheletrito ‘Hey! Oh!’, tra i migliori del disco, o come l’altro brano entusiasmante, intitolato ‘Di un’Ombra’, la cui coda elettronica vede l’intervento proprio di ‘Cooper’ Cupertino. Moderatamente visionari e psichedelici i risvolti di altre canzoni, come l’eccellente ‘Posto Macchina n°69’, elementi invece da ampliare nella musica di Atleticodefina, che come dicevamo ha il limite di non provare tante soluzioni stilistiche, sopperendo in parte con un’arrangiamento asciuto ma sapiente, e la band probabilmente in fase di scrittura è ancora troppo accentrata sul leader Pasquale Defina. Il disco si conclude con il rock’n’roll ‘In Between’, in lingua inglese, stile Morphine, su testo di Dave Muldoon.
Autore: Fausto Turi