Prima uscita discografica dei The Life And Times (cfr. 54-40 or Fight Records) e assaggio di ciò che sarà il loro primo full-lenght previsto per il prossimo anno, Flat End of the Earth non è il solito EP di lancio, ma si propone di esaudire una speranza. Molti infatti erano certi che questi sei brani sarebbero venuti presto alla luce, senza conoscere il nome della band che li avrebbe suonati né la data di uscita del cd che li avrebbe contenuti. Questa nuova formazione nasce infatti dalle ceneri degli SHINER, band di Kansas City erede dei Jawbox, tanto da essere prodotta proprio da Kim Coletta con la sua DESOTO, che nel dicembre dello scorso anno, in una lunga newsletter indirizzata a tutti i fans, annunciava il proprio scioglimento a causa delle ormai forti divergenze musicali tra i suoi componenti, anticipando, pur se vagamente, nuovi progetti in cantiere. Il terzetto TLET rappresenta il nuovo sentiero imboccato da Allen Epley, cantante/chitarrista nonché cuore pulsante degli Shiner, con John Meredith al basso, ex chitarrista dei Someday I, e Mike Meyers, ex The String/Return, alla batteria. Circa 22 minuti dura questo EP, magistralmente registrato in presa diretta ad esclusione delle parti vocali, in cui sei canzoni raccontano atmosfere diverse l’una dall’altra, perfettamente cucite insieme dalla voce sempre calda e a tratti quasi sensuale di Epley, che delinea linee melodiche “distese” e dalla creatività di un batterista, che raramente in questo lavoro si limita a scandire freddamente un tempo, diventando fondamentale supporto di una chitarra scuola J. Robbins e di un basso costretto a divergere in nuove melodie. Insomma ascoltando questo cd si apprezza la povertà consapevole di parti in cui i tre strumenti eseguono esattamente gli stessi fraseggi melodici. Difficile mettere ordine tra le sei tracce, Houdini sicuramente la più suadente e romantica, Movies and Books la più coinvolgente, ma forse è la traccia di chiusura dell’EP l’omonima The flat end of the earth ad essere l’icona di questo lavoro, con i suoi archi e i suoi crescendo, ed a rappresentare la vera e propria evoluzione di Allen Epley, che spazza via dubbi e malinconie del passato. Allen Epley era ormai imprigionato nei suoi Shiner, la cui bellezza era troppo legata al tecnicismo. Questo musicista, ha scoperto che la miglior manifestazione del talento anche in musica è la semplicità e Flat End of the Earth ne è la manifestazione, altamente sconsigliata a chi non è mai riuscito ad apprezzare il rock di ispirazione Jawbox.
Autore: Renata De Luca