Facendo seguito al fortunato (ma non troppo) esordio da solista di Brandon Flowers, vocalist e leader dei Killers, Ronnie Vanucci, seconda voce e batterista del gruppo, lancia in questi giorni il suo proprio progetto solista, intitolato Big Talk: 12 pezzi intensi, molto studiati e lavorati in studio, che reggono senz’altro il confronto con il suo collega e compagno di band.
Ma non si tratta tuttavia di fare confronti: semmai, è giusto considerare questo album per quello che è, ovvero un side project, e come tale si può subito dire che è di levatura alta, pur non potendo magari aspirare ad essere inizio di una vera e propria carriera individuale.
Troppo simili al solito sound Killers le prime tre canzoni, (ma questo per altri aspetti è un titolo di merito), troppo vicino se non identico il genere, quel rock indie che i Killers hanno insegnato ad amare sin dai loro esordi con il fortunatissimo Hot Fuss.
Eppure la prima track, Katzenjammer, colpisce davvero, e ci starebbe benissimo in un album del gruppo: anche Getaways e Under Water proseguono sulla stessa buona strada, vivaci per ritmo e chitarre.
Arriva poi The Next One Living a dichiarare che non stiamo ascoltando un nuovo album del gruppo, e soprattutto No Whiskey, sorta di filastrocca country da cowboys e ranch. Anche Girls at Sunrise si distacca dal sound Killers, presentandosi forse come la canzone più interessante, strutturata su un riff semplicissimo e il solito giro di do maggiore, sul quale però Ronnie si inventa una melodia efficace e un ritmo coinvolgente, con cori e contro voci stile country-folk. White Dove e soprattuttto la dinamica Living Picture invece tornano a citare esplicitamente i Killers.
Fin qui l’album tiene, e pure bene, e non annoia: lo ascolti senza pensare che sia un side project, anche perché astutamente le canzoni sono veloci, sempre sui tre minuti, e davvero si lasciano gradire.
Qualche caduta di tono e di ritmo si ha verso la fine con Hunting Season, e Big Eye, poco più che riempitivi, alternati da Fine Time to Need Me, un rock & roll classico piacevole e fresco.
In sostanza una buona prova, utile a capire come nasce il sound Killers dei pezzi più ispirati, utile a conoscere un artista a cui sicuramente sta stretto il ruolo di semplice batterista di una mega band, ma che probabilmente nel suo futuro ha sempre in quella band la sua collocazione e destinazione naturale.
Autore: Francesco Postiglione