“Dino, dammi…un Madrugada!”. Riprendendo un simpatico spot televisivo, il nome del gruppo norvegese, non so perché, l’associo a quello di un cocktail. Alla nostra bizzarra richiesta, magari il malcapitato barman di turno potrebbe chiederci come è composto un simile intruglio “musicale”. C’è una forte impronta di Nick Cave in questo disco, inutile negarlo. Le ambientazioni sonore noir, la voce profonda di Sivert Hoyem, la presenza della chitarra dell’ex Bad Seeds, Kid Congo Powers (ex Gun Club, Cramps nonché Bad Seeds), nella ballata “Valley Of Deception”, sono tutti indizi che portano ad una simile conclusione. Ciò, d’altro canto, non rappresenta una zavorra troppo invadente, tanto è vero che nel suo insieme l’album omonimo dei Madrugada brilla di luce propria.
Beninteso, non tanto sul versante della sua “unicità” quanto su quello del songwriting. A partire dal trittico “Whatever Happened To You”, “The Hour of the Wolf”, “Look Away Lucifer” la band norvegese dimostra di possedere il giusto feeling compositivo ed interpretativo, merito anche dell’ottima produzione di John Agnello che esalta al meglio la vena ellettroacustica dei nostri. Dopo quasi dieci anni di onorata carriera i Madrugada hanno pubblicato un lavoro che rende loro merito. Peccato che questo evento sia stato funestato dalla prematura scomparsa del loro storico chitarrista Robert Boras. Come recita l’ultima canzone in scaletta “Our Time Won’t Be That Long”, speriamo non sia questo il caso…..
Autore: LucaMauro Assante