Archiviato il festeggiamento per il trentennale della loro carriera il quartetto catanese ha intrapreso un mini tour in Italia nel mese di agosto che è iniziato al Circolo Dong di Recanati. Prima degli Uzeda avrebbe dovuto suonare Zaleska che a causa dell’intensissimo traffico autostradale non è riuscita a giungere nella città di Giacomo Leopardi. Ad assistere al concerto erano presenti circa trecento persone, tutte molto attente e concentrate sulla performance del gruppo faro dell’indie-noise italiano. Il set, di quasi un’ora e mezza, è stato intenso, senza sbavature e come sempre molto eccitante.
I quattro musicisti sul palco sono perfettamente amalgamati, in più occasioni hanno scherzato e si sono presi in giro facendo percepire che non sono dei semplici colleghi. Un gruppo che esiste da trent’anni è unito da qualcosa di più grande oltre a professionalità, autorevolezza e credibilità. L’aspetto più pregnante del loro live set è la complementarietà e l’interdipendenza che hanno costruito, perché Raffaele Gulisano usa il basso sia per dare fendenti cattivi sia come base ritmica, talvolta anche come fosse una chitarra ritmica in perfetta intesa con il batterista Davide Oliveri. In questo modo Agostino Tilotta può scaraventare scaglie di noise a manetta con fendenti lancinanti su cui Giovanna Cacciola canta, recita ed entra con tutta sé stessa nella musica ora in modo melodico, ora con voce roca.
“Different section wires” e “Stella” sono stati gli album da cui hanno tratto gran parte del loro set. Dal primo hanno ripreso la rocambolesca in crescendo “Stomp” su cui Gulisano sottolinea una ritmica ossessiva e circolare, l’acidissima “Nico and his cats”, uno dei brani più apprezzati dal pubblico, insieme a “Steel man”, mentre con i volteggi di “Big lies” gli Uzeda hanno raggiunto uno dei picchi del loro set.
Da ‘Stella’ sono state riprese le incertezze acide e roteanti di “This heat”, “Time below zero”, “Camillo”, una stravolgente e accattivante “Gold” e la carica “Steam, rain & other stuff”, lasciata nel finale.
Gli Uzeda hanno attinto un paio di brani anche all’Ep “4”, si è trattato di “Surrounded”, resa ancora più essenziale che su disco e di una fenomenale “Sleep deeper” tanto ritmica quanto densa di lava rumorosa e metallica. La band è in gran forma, che altro dire se non augurare loro altri trent’anni di carriera in queste splendide condizioni!
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autore: Vittorio Lannutti