A me il museo Madre di Napoli piace molto.Lo frequento da anni fin da quando era la bomboniera bassoliniana che fungeva da biglietto da visita per una città dove l’arte ed i sogni si mischiano con la tragedia della realtà.
C’erano molti soldi allora e tante solide realtà. Una collezione permanente degna di tal nome e tutti che volevano esserci e partecipare. Con la fine del bassolinismo e la fine della capitalizzazione del movimento artistico dal punto di vista monetario, sono cominciati i guai.
Da qualche tempo a capo della gestione del museo c’è il giovane Andrea Villiani, che é uomo di esperienze forti lavorative e grandi inventive. C’é Villiani e pochi soldi però. Con questi pochi soldi ora, però vengono presentate tre mostre che saranno a grosso modo in calendario fino a settembre.
Thomas Bayrle, Mario Garcia Torres, Giulia Piscitelli.
Grandi artisti, grandi mostre che, insieme alla precedente mostra di Sol Lewitt, creano davvero un bel pacchetto degno del museo e dell’aspettativa artistica della città.
Tutto bene si direbbe. Sì, tutto bene sin quando non si scopre che il logo del museo, a dir poco imbarazzante, commerciale, ed anche difficilmente capibile nelle sue ramificazioni di scrittura sul giallo classico del Madre. Beh quel logo non solo viene a costare 20.000 euro ma soprattutto viene commissionato e pagato in soldini ad una società di Milano. Verrebbe da dire al caro Villani che in Campania ci sono fior fior di artisti e designers e che non c’era bisogno di spingersi così al nord rischiando di trovare anche brutto tempo come dire. Ci sarebbe da dire al Villani che 20.000 euro a Milano sono pari alla spesa di pochi aperitivi mentre per un giovane campano messi vicini ad altri 30.000 soo l’anticipo per il mutuo per la casa. Si proverebbe a spiegare al Villani che al sud c’é il 50 % di disoccupazione giovanile. Ma non si avrebbe risposta si sa. Non si avrebbe risposta perché l’arte in genere si nutre di paccottiglia nepotistica, di open bar e “Che bella gente che c’é per l’apertura” e poi nessuno a comprare il biglietto, di mogli di curatori che fanno le addette stampa delle mostre.
Villani, giovane come me, sappi che in Campania c’é una fucina di talenti impressionante e ti consiglio di guardarli non solo come piccole pastiglie colorate ma come l’intero scatolo da esportazione. Punta sul territorio altrimenti sarai ed avrai già abbandonato il museo. Perché il Madre é nostro come i libri che scrivo sono miei nonostante prenda pochi soldi di diritti.
I sogni, le espressioni, i racconti degli artisti campani sono attualmente i più forti d’Italia. Che dire Villani, sveglia ed occhi aperti!
http://www.madrenapoli.it
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autore: Ivan Montanaro