L’avvento del digitale è stata sicuramente fonte di svariate speculazioni discografiche, specie nel campo delle ristampe di album datati. Altresì bisogna dire che molte opere di artisti poco conosciuti al grande pubblico hanno avuto modo di essere riscoperte proprio grazie all’invenzione dei cd. In quest’ultimo contesto, rientra a pieno titolo la recente pubblicazione da parte della Rough Trade di un best e di una raccolta di inediti di Arthur Russel. “Calling Out Of Context” è per l’appunto un assaggio delle tantissime(tra registrazioni, liriche, poesie e manoscritti si mormora che vi siano oltre duemila titoli in archivio) composizioni “nascoste” di questo sfortunato violoncellista/songwriter, morto prematuramente di AIDS nel 1992. Nato come musicista classico e conosciuto come profondo esperto della tradizione indiana, negli anni ’70 in un suo soggiorno newyorkese, Russel rimase profondamente colpito dall’allora nascente musica disco. Da quel momento in poi, l’artista di San Francisco divenne un accanito propugnatore di ritmi sintetici che prendevano spunto dalle sonorità in voga nei club della grande mela per spingerli verso territori dove avanguardia e creatività la facevano da padrone. Le parole, in casi come questo, rendono poco l’idea. Perciò, magari, iniziate ad approcciarvi a quest’eccentrico personaggio, partendo dal best di cui vi accennavo prima. Avrete così una panoramica più chiara se sia il caso o meno di addentrarvi in un universo sonoro, comunque, affascinante.
Autore: LucaMauro Assante