di Neil Burger con Bradley Cooper, Anna Friel, Abbie Cornish, Robert De Niro
Drammatico è l’impatto della vita che si scontra contro i propri limiti, maledetto il momento in cui si ammette di essere impotenti. Al cinema il compito di liberarci da queste mancanze brucianti che impediscono di godere in maniera piena del campo del possibile; il limite raccontato pare illuminare il regista di una iridescenza di potere, esercitato tramite questo atto di violenza spietata che è la narrazione.
Limitless è tutto ciò, è la risposta hollywoodiana alla solita curiosità di “cosa succederebbe se…” che interessa ogni personalità abbia un rapporto non solo immanente con la realtà, quindi riguarda intimamente tutti gli esseri umani. Cosa succederebbe se non avessi limiti? Con superficialità la storia organizza un action movie attorno a una grande domanda dell’esistenza. Tra le svariate inquadrature di una frivolezza insostenibile, spiccano quelle più evidentemente manipolate in post-produzione. Per rendere la sconfinata potenza del protagonista, assuefatto ad una droga che potenzia il cervello fino a rendere dei geni, un effetto speciale crea una sequenza in cui si passa da inquadratura ad inquadratura con uno zoom che usa lo stesso principio del morphing, sfruttando però la profondità di campo: il risultato è quello di una carrellata in avanti, solo che non è la macchina da presa a procedere verso il mondo ma viceversa.
Emozionante, soprattutto se visto in sala. Della sceneggiatura si apprezza la scaltrezza, anche se troppi dazi all’eredità di Matrix e una leggerezza da “commercial” impoveriscono il risultato. Il finale, spudorato atto di rimaneggiamento, è una furba sovversione della cultura cinematografica: Limitless finge di imitare il sunset boulevard wilderiano, ma poi cova per tutto il film un ribaltamento sopraffino. Questa trovata fa deragliare in pochi minuti il film da semplice manifesto contro la tossicodipendenza (ovvio monito morale) a una specie di inno contro la limitatezza che colora la vita umana (insolita condanna per un prodotto puzzolente di medietà). Limitless è il conformismo che supera se stesso.
Autore: Roberto Urbani