“Only dull people are brilliant at breakfast” recita un famoso aforisma di Oscar Wilde, traducibile con un “solo gli ottusi sono brillanti a colazione”.
Perciò, alla band palermitana dei Brilliants at Breakfast va riconosciuta come prima cosa il preziosismo della scelta del nome che omaggia il grande scrittore inglese. “Romy’s garden” parla da sé, praticamente dal primo ascolto. In tempi come questi, dove l’indie rock spopola, la scelta di fare post-rock non è sicuramente facile ma molto meno facile è riuscire nell’intento, specie se poi parliamo del primo disco di una band. I Brilliants propongono un sound leggero, quasi impalpabile, dalle evidenti influenze prog ma anche psichedeliche.
Certo, titoli come “Perfect as a Circle” e “Portnoy’s Complaint” sono l’evidente manifesto di ispirazione della band, che riesce a fare propria la lezione progressive proprio nel sopraccitato e sognante brano “Perfect as a Circle” , per poi assumere un allure più ritmato, che ricorda a tratti i Radiohead in “Jules et Jim” (altra citazione) e in “The island”.
L’intreccio melodico è ottimo, gli strumenti si incontrano e si scontrano in ogni brano, la voce di Alex Valenti è a tratti soave, senza contare la buona pronuncia dell’inglese, croce e delizia delle band di casa nostra. I Brilliants possono essere più che fieri del loro esordio e noi non possiamo che augurare loro di fare meglio.
Autore: Veronica S. Valli