Ken Loach, senza mezzi termini, ci racconta “la vita”, il mondo, ciò che ci circonda.
Angie è una giovane donna, divorziata e con un figlio undicenne che vive con i nonni.
Licenziata dalla sua azienda, che procurava manodopera proveniente dai paesi dell’Est, decide di mettersi in proprio insieme alla sua amica e coinquilina, Rose.
Una donna che da sola riesce a mettere insieme un business legato allo sfruttamento, all’immigrazione, al lavoro precario e alla clandestinità.
Le scelte di un modo di pensare freddo e distaccato con qualche cenno di pentimento che fa pensare e richiama alla mente una delle ferite aperte della nostra epoca.
Il nostro mondo occidentale, il suo modo di ragionare, i suoi problemi, le sue esigenze: possiamo ancora fare qualcosa?
Il personaggio di Kierston Wareing, quasi debuttante, ci offre un’infinità di sensazioni che oscillano tra la comprensione e il disprezzo.
Un personaggio doppiamente forte perché donna, una donna che prende i lati più meschini dell’uomo.
Un film drammaticamente sincero e profondo uscito nel 2007.
Lo si può trovare negli scaffali di una videoteca ma attenzione perché Ken Loach si sa, fa molto riflettere.
Autore: Chiara G.