Ci risiamo, ogni anno mi sfogo con un articoletto sulla manifestazione più “intrigante” del ‘900. Parliamoci chiaro, Sanremo non è una manifestazione vecchia, Sanremo è una manifestazione longeva con una sola pecca: non sapersi rinnovare. Ma siamo veramente sicuri che questo sia il suo male oscuro? Per molti anni l’ho pensato e quasi tutti lo credono tutt’oggi, tuttavia nell’ultimo periodo mi sono ricreduto, nel senso che credo ci sia una volontà ben precisa nel “non” volersi rinnovare. Per essere più specifico: Il mio conterraneo Panariello ha fallito vistosamente l’anno scorso, non conta essere “bravi e simpatici” come lui o Bonolis. Quello che conta nel festival dei fiori è un’altra cosa: la fedeltà al vecchio stile; sono le critiche che salvano Sanremo, perché fanno audience. Per questo hanno riproposto il buon Pippo Baudo, lo hanno ricercato perché in quel genere di manifestazione (unica al mondo per altro) lui non può fallire, è impossibile!
Mike Buongiorno anni fa, essendo semplicemente se stesso, ridicolizzò il sarcasmo e l’ironia sottile di Chiambretti (messo come suo partner) che, all’interno di un meccanismo del genere, finì per autodistruggersi.
Addirittura Massimo Ceccherini ci provò ridicolizzandosi, anche tanti altri ci hanno provato inutilmente, niente da fare vince sempre il “classico”, per altri meglio definito come vecchio, che si parli di presentatori o cantanti.
Alla ricetta aggiungere una bella dose di culi e tette in vista, qualche ospite internazionale per aumentare lo ‘Cher’ ed il gioco è fatto.
Quest’anno oltre a Pippo Baudo c’è stata Michelle Hunziker, quindi oltre al classico l’”intenditrice”, un po’ come la Canalis accanto a Piccinini nel salottino di 90° minuto (cosa ne direbbe Paolo Valenti?). Quindi la sicurezza Baudo con la bellona di turno (ricetta ideale per l’italiano medio-longevo). E’ tornato Chiambretti al dopo festival, luogo adattissimo per lui, domande irriverenti dove non mancano mai critiche e “scandali” pronti per l’uso… qualche critico ad effetto e vai….. Penelope Cruz, Norah Jones (voce fantastica), Joss Stone, John Legend e gli Scissor Sisters (I Bee Gees di oggi). Gli italiani, Antonio Cornacchione bravissimo ma che annoia inevitabilmente dopo venti secondi netti, Ficarra&Picone, Flavio Insinna, Max Tortora e Luciana Littizzetto. Tutto quello che serve per interventi “normali” ed altri fuori dalle righe. Fra i cantanti italiani, Renato Zero, Elisa e Gianna Nannini. Qualche colpo di scena “non previsto” ci sarà, ricordate Placebo che sembrava appena tornato dal “Cantine Aperte Tour”? C’era anche Mike Bongiorno, che ha aperto l’ultima serata. E che volete farci, a me sta’ cosa mi ha intrigato per due motivi: il primo perché odio quando si dice m’intriga, l’altro perché se veramente si vuole cambiare Sanremo basta veramente poco, bisogna amarlo per quello che è, solo così avrà un’evoluzione (sempre che a qualcuno interessi che ciò avvenga).
Per finire vorrei ringraziare Giulio e la redazione di Freak Out per avermi dato questo spazio.
Autore: Stefano Ballini aka Mago Trippone sballini@hotmail.com
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