La pellicola è il terzo tentativo di adattamento del bel romanzo omonimo del 1954 di Richard Matheson. Le vicende narrate sono quelle di Robert Neville (Will Smith), ultimo uomo scampato ad una epidemia pandemica che ha ucciso il 90% della popolazione mondiale e ha provocato nel restante 9% delle mutazioni che li rendono simili a vampiri.
Le giornate di Neville si dividono quindi tra ore diurne – nelle quali si aggira indisturbato fra le vie di una Manhattan deserta, approvvigionandosi di viveri e materiali per i suoi esperimenti – e ore notturne, nelle quali si barrica all’interno del laboratorio che ha costruito in cantina in cerca di un vaccino.
Gli scarsi risultati e la perdita del cane Sam -sua unica compagnia- lo portano a tentare una missione suicida, nell’intento di uccidere quanti più vampiri possibile.
Viene però salvato da una Anna (Alice Braga) e da un bambino Ethan, anche loro inspiegabilmente immuni al terribile morbo. I 3 superstiti vengono raggiunti dai vampiri proprio nel momento in cui Robert trova l’antidoto, egli decide perciò di affidarlo ad Anna e al piccolo Ethan e di sacrificarsi per permettere loro di raggiungere una colonia di sopravvissuti nel Vermont.
Se la Warner decide di spendere 150 Milioni di dollari, di certo non è per dare forma audiovisiva ad un capolavoro della fantascienza. E se poco rimane del libro, la colpa è da dividere soprattutto tra gli sceneggiatori Akiva Goldsman e Mark Protosevich e il regista preferito dalle pop-star di Mtv, Francis Lawrence.
I tre sconvolgono senza reticenze la storia originale, trasformando il protagonista Robert Neville, da apatico tabagista e alcolizzato a brillante virologo militare e traslocando le atmosfere cupe e desolanti di Los Angeles nella città simbolo della guerra globale al terrorismo, New York appunto.
Ma il film delude anche per i profani del libro. La suspense infatti latita per buona parte del film e i vampiri – orrendamente digitali – difficilmente riescono ad incutere un certo timore.
Smith, che con questo genere ha fatto fortuna, dal canto suo esegue il compito senza strafare, chiuso come è in un ruolo volutamente filoamericano e paramilare, dove il buono spara con il mitra e fa esperimenti in laboratorio e i cattivi sono la maggioranza e hanno soltanto fame.
Autore: Enzo Credo