Alla vigilia del tour europeo di supporto all’album “Blees This Mess” uscito lo scorso mese di febbraio, per U.S. Girls arriva la pubblicazione di “Lives” (4AD) primo album dal vivo per il collettivo musicale che da corpo alle idee musicali di Meg Remy.
Edito solo in versione digitale l’album raccoglie quattordici brani registrati durante i concerti tenuti negli ultimi cinque anni dall’artista americana seppure non riproposti in maniera cronologica. Questo fa si che l’album risulti abbastanza variegato non solo perché rappresenta l’evoluzione musicale sviluppata nei suoi otto album in studio, ma anche per la composizione delle varie versioni della band che l’accompagna di volta in volta.
U.S. Girls, infatti, non è tanto una band quanto un organismo in continua mutazione. Iniziato dalla cantautrice sperimentale Meg Remy alla fine degli anni Duemila come un rumoroso spettacolo solista supportato da nastri a bobina, il progetto è cresciuto fino a diventare quel qualcosa di molto articolato che ascoltiamo oggi.
In “Lives” trovano spazio oltre ad alcuni dei più brillanti talenti canadesi come Geordie Gordon, Dorothea Paas e Carlyn Bezic, Remy ha attinto in larga misura da un pool di musicisti di Toronto attivi nei mondi apparentemente disparati del jazz, del funk, del pop e dell’avanguardia, le tre più recenti versioni delle U.S. Girls: la “Poem Band”, un’unità outsider jazz-funk orientata alla jam che spesso estendeva i groove profondi e le ballate di anima plastica di Remy fino alle regioni più basse dell’astrazione, la “Heavy Light Band”, che regolava il caos e poneva l’accento sui suoni armoniosi delle voci femminili sovrapposte, e l’attuale iterazione della band U. S. Girls che utilizza le voci femminili, sintetizzatori e campionatori per dare una nuova dimensione e profondità di tono al suo catalogo. Al centro di tutto c’è il timbro senza tempo della voce distintiva di Remy. Con la partecipazione di membri del Badge Époque Ensemble e dei Cosmic Range.
Nonostante questa apparente varietà il disco si sviluppa come un concerto unico pescando brani da soli quattro album del suo catalogo: “Bless This Mess”, “Heavy Light”, “Half Free” e “In A Poem Unlimited”. A quest’ultimo, non a caso, è riservato il maggior numero di brani (ben 5) presenti in questo live proprio perché è stato il primo disco del suo catalogo sviluppato e registrato in presa diretta con una vera band, e non basato sui suoni campionati, come i precedenti.
Anche in queste versioni live, la Cosmic Range accentua le influenze disco e funk che caratterizzano il disco in studio estendendole ad esempio anche in “28 Days” brano che compariva nell’EP “Free Advice Column” e che nel finale serve a fare da apripista al gran finale rappresentato da una lunga versione di “Time” che, spinta sull’acceleratore, esplora territori funk psichedelici.
In tutto il resto dell’album si può oltremodo notare l’abilità di Remy di adattare la sua caratteristica voce cantautorale a qualsiasi stile scelga, e questo rimane uno dei suoi principali punti di forza anche in questo disco che alterna brani disco soul rilassati con tanto di cori accattivanti, accanto ad episodi in cui si amplifica il fattore ballabilità senza disdegnare la teatralità rock’n’roll.
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