C’è tanta vitalità nel nuovo album dei casertani This is not a Brothel; musica frontale dal suono pieno e dai testi indomiti come si faceva negli anni 90, rispolverando il gusto del riff, degli assoli heavy, la distorsione ed il suono saturo, con ritornelli potenti, spesso cantati a pieni polmoni che ci conducono per mano lontano dall’implosione celebrale della musica alternative maggioritaria degli ultimi 15 anni.
Il quintetto casertano, tre anni dopo l’esordio omonimo che si fece notare anche per i 2 videoclip che ospitavano la divina Roberta Gemma, torna con un lavoro ancor più ispirato a cominciare dalla scrittura, affilatissima, dalla produzione asciutta e dai suoni grezzi, per un disco di punta dell’intero catalogo dell’etichetta I Make Records, che pochi mesi fa ci ha anche donato l’esordio degli Hide Vincent.
Quello dei This is not a Brothel è un grunge della riscossa, che fa i conti con la realtà, riconoscendo amaramente l’impossibilità di piegarla ai propri sogni ma che sceglie di non arrendersi: “life breaks everyone, but we don’t give a fuck”, dice il ritornello della memorabile ‘Head High’, concetto ripreso da Gianluca Merola, autore di tutti i testi, anche negli heavy blues sentimentali ‘Far is Here’ (sorretta da un bel videoclip) e ‘Black Madonna’. Fabio Giobbe canta cavalcando l’onda delle musiche, ora solidi stoner ora dolenti blues elettrici sempre coerenti con l’epica indomita di cui si diceva, con ‘Cold like a Stranger’, venata di soul, che ci ricorda molto le cose del suo progetto solista, ‘Follow the Sign’ che narra infine del coraggio di andar via dai legami che imprigionano e fanno soffrire, ideale seguito di ‘Queen of Nothing’, dal riff veramente assassino.
In questo disco Angelo Miccoli (basso), Antonio Zannone (chitarra), Dino Cuccaro (batteria), Fabio Giobbe (voce, chitarra) e Giuseppe Diotaiuti (chitarra) dimostrano tutto il proprio amore per questa musica rock che ha il potere di disintossicare, liberare dall’oppressione che attanaglia, come celebrato anche in ‘Free To’; ed anche in questo senso Far is Here è un lavoro molto riuscito, per quanto sia anche un disco divertente, di rock’n’roll fuori di testa.
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autore: Fausto Turi