Scorgiamo due passaggi generazionali, nel nuovo, quarto album dei Gazebo Penguins. I testi di Nebbia ci immergono nello spaesamento esistenziale giovanile, ma Nebbia segna un passaggio per lo stesso trio di Correggio, che mette a punto una sintesi equilibrata tra linguaggio e contenuto realizzando il proprio miglior disco finora; che non sarà magari quello della maturità soltanto perché la forza dei gruppi To Lose La Track sembra essere proprio quella di restare sempre giovani respingendola come la peste, la maturità.
Sfuriate post-hardcore e melodie distorte ad alto volume sono la sottofondo di una quotidianità grigia come la nebbia in copertina – con canzoni dai titoli poco sorridenti come ‘Pioggia‘, ‘Scomparire‘, ‘Nebbia‘, ‘Febbre‘… – mentre liquidi e densi ponti psichedelici scaricano puntualmente l’adrenalina senza per altro offrire vie di fuga, e ritornelli semplici e spesso trascinanti fanno la propria parte nel conferire a Nebbia un carattere epico, struggente, emo.
Sono canzoni di lotta, quelle di Nebbia, lotta contro i fantasmi interiori prima di tutto; la scrittura è ispirata, ed i 9 episodi sono perfettamente a fuoco e molto personali, senza che alcuni rimangano indietro. Apice del lavoro il trittico ‘Nebbia’, ‘Soffrire non è Utile’ e ‘Scomparire’, con tra l’altro due bei videoclip realizzati per le prime due canzoni.
I Gazebo Penguins, assieme a Fast Animals and Slow Kids e Management del Dolore Post-Operatorio sono le band più qualificate per raccogliere al meglio il post-punk in lingua italiana di Fine Before you Came e Verdena, e Nebbia è un disco italiano alternative di punta, in questo 2017.
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autore: Fausto Turi