Il nuovo lavoro discografico di Christopher Cross è la sua prima autoproduzione in una carriera che lo ha visto protagonista all’inizio degli anni 80 con diversi dischi di platino, un contratto con la Warner, la scalata alle classifiche discografiche di vendita in molti paesi – i suoi primi due dischi gli valsero la top ten in Usa e Gb – e la creazione di un certo standard pop romantico fatto di canzoni semplici vestite da arrangiamenti molto appariscenti, poi un calo di attenzione verso di lui a causa della scarsa attualità della proposta musicale focalizzata dalla tentazione orchestrale, fusion, accenni progressive e soul romantico in cui le buone doti di voce, la maestria sulla chitarra ed una certa coerenza della proposta gli hanno permesso di mantenere un prestigio di nicchia.
Secret Ladder è ancora una volta un disco fondamentalmente per i suoi fan che prova a rilanciare sull’onda di una recente ennesima greatest hits; un disco crediamo poco proponibile all’attuale mercato italiano – anche se proprio poche settimane fa Cross ha ricevuto un curioso tributo in prima serata su Rai1 http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6df4a41e-c082-4e93-ac40-28b85ab16fe6.html – che funziona quando riesce a trovare il giusto ritornello – accade sicuramente in ‘Got to Be a Better Way‘, ‘Experiment‘, ‘Light the World‘, ‘With me Now‘ ed in ‘Simple‘ – e può risultare perlomeno gradevole grazie alla generale leggerezza coniugata però in un’esecuzione calibrata, pulita, che vede la partecipazione di una pattuglia di sessionmen esperti, ed arrangiamenti e suoni molto impostati ma estremamente datati.
Disco poco interessante per un sottogenere musicale che non aveva osato resuscitare neanche il recente revival degli anni 80, che pure ci ha riproposto tante cose che sarebbe stato più saggio lasciare per sempre lì dov’erano.
http://www.christophercross.com/
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autore: Fausto Turi