Il cantautorato del chitarrista e pianista Davide Ferrario poggia su una forma musicale pop italiana piuttosto marcata ma raramente leziosa, e su un linguaggio abbastanza fresco che, pur non allontanandosi dal solido mainstream, tiene conto degli stili un tempo innovativi – oggi magari un po’ meno – di artisti comunque ancor oggi indipendenti quali Paolo Benvegnù, Lele Battista – ospite in ‘Cercando un Senso’ – e Riccardo Sinigallia.
Fondatore della pop band FSC, con cui nel 2007 fece un’insipida apparizione al festival di Sanremo, poi chitarrista di Franco Battiato, Gianna Nannini e studio sessionman con Piero Pelù, con questa autoproduzione, inizialmente disponibile solo in formato elettronico ma ora anche nei negozi in formato fisico, Davide dimostra da un lato una buona maturazione artistica, dall’altra però un’adesione un po’ troppo comoda, senza rischi, a stili pop ampiamente sperimentati da altri in cui in ogni caso è molto bravo ad esprimersi, ricorrendo anche all’elettronica, che ha approfondito negli anni, completando la sua preparazione alla chitarra, alla voce ed al pianoforte.
Entusiasma il trittico centrale formato da ‘Stanze Vuote’, ‘Cercando un Senso‘ e Via di Qui’, come anche ‘Non Capiranno’ e ‘Se non so Sbagliare’, buoni brani pop che ricordano il Max Gazzè talvolta intimista talvolta movimentato. Altre cose mostrano invece un po’ di inconsistenza o formalismo, ed è un peccato; ma f è in ogni caso un discreto lavoro.
Autore: Fausto Turi