Tra rock, jazz, e fusion, si muove “Common Ground” (earMUSIC) a firma di Robben Ford e Bill Evans.
Già avemmo modo di parlare del connubio tra questi due musicisti all’alba dell’uscita “The Sun Room” e con l’occasione di approfondire la genesi di questo progetto (leggi qui).
Ebbene, le aspettative non sono state tradite.
Due sono, infatti, gli indubbi pregi di questa collaborazione: il primo è il sapersi muovere con esperienza e navigata “maestria” su terreni di “genere” collaudati e a loro modo intramontabili; il secondo (e qui ne va dato pieno merito a Ford e a Evans come musicisti e strumentisti) di essere riusciti a fondere alla perfezione umori, colori e timbriche.
Sin dal brano di apertura (l’ottima “Ever Ready Sunday”, perfettamente sospesa tra la distorsione rock della chitarra di Ford e i fraseggi Jazz del sax di Evans), la musica è tirata, tra richiami alla miglior fusion anni ottanta (tanto con la ritmata “Crabshaw Dont’Care” quanto con le morbide atmosfere di “Sentimental Mode”) quanto al jazz/rock.
“Common Ground”, con alla voce Max Mutzke, certifica la volontà di essere trasversalmente “pop”, per un brano che con tutti i suoi “cliché” marca in modo chiaro l’intenzione di arrivare al “pubblico”.
“Stanley” è evoluzione, con il suo incipit da jazz notturno, spezzato nel mezzo dalla chitarra e dall’organo in stile rock blues anni settanta.
Degna chiusura è la sospesa e sognante “The Little Boxer”, per un disco che, al pari del suo predecessore, non apre le strade a nulla di nuovo, ma nel suo già sentito si lascia ascoltare con forza e piacere.
https://mps.lnk.to/CommonGround_SingleID
https://www.robbenford.com/
https://www.ear-music.net/artists/robben-ford/
autore: Marco Sica