Tra tante new releases un po’ di “storia vecchia” ogni tanto non guasta. Specie se questa storia è stata finora alla portata di pochi. Ed ecco allora il buon vecchio Calvin Johnson, che a Seattle e dintorni sarà pur vissuto mentre ha imperversato con i Beat happening prima e i Dub Narcotic Sound System poi – e con la K, of course – sì da tenere a mente e a cuore due oscure band che dovrà pur amato per dedicargli una ristampa a testa. I fatti in questione rispondono ai nomi di Beakers e Blackouts.
I BEAKERS sono stati in azione per non più dei primi 12 mesi del decennio di cui al titolo, da Gennaio 1980 allo stesso mese del 1981 – suonando anche con Delta 5 and Gang of Four –, in piena new wave, in pieno funk-punk, ciò di cui oggi sembra non potersi fare a meno (già che ci siamo, però, andiamo a scoprire anche cosa successe a casa nostra che facciamo pure prima: mai sentito parlare dei Gaznevada? Un loro best of-ristampa è uscito su etichetta Astroman non molto tempo fa, fateci un pensiero…). “Four Steps Toward a Cultural Revolution” raccoglie 17 brani, buona parte dei quali inediti, mentre gli altri (un 45 giri, brani di compilation) ovviamente non li trovate neanche su Urano.
Quanto ai BLACKOUTS, i semi della loro esistenza si fanno rinvenire nei Telepaths, il cui scioglimento nel 1979 lasciò liberi il chitarrista Erich Werner, il batterista Bill Rieflin, Roland Barker al synth e al sax e il bassista Mike Davidson (poi rimpiazzato da Paul “Ion” Barker) di riformarsi, appunto, come Blackouts. La loro implosiva intensità e dinamicità li pose agli antipodi dell’archetipo delle band di seattle di allora (con l’eccezione dei Beakers, of course). Nel corso dei 6 anni della loro carriera Werner e soci pubblicarono 4 singoli e altrettanti EP su altrettante, ancora, etichette diverse (Modern, Engram, Situation Two, sussidiaria della 4AD, e Wax Trax!), con spostamenti anche a Boston e San Francisco.
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